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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2011 alle ore 15:17.
Non ha mai perso il controllo davanti al terremoto che ha spaccato il gruppo futurista al Senato e che rischia di condizionare il futuro della nuova creatura voluta da Gianfranco Fini. E, a quanti sono tentati dal ritorno tra le braccia del Cavaliere, consegna questa lezione. «La partita è complessa, recuperemo. Se qualcuno non ha lo stomaco forte ne prendiamo atto». Certo è che lui, Italo Bocchino, partito da Frignano, cuore della provincia casertana, classe 1967 e un tesserino da giornalista in tasca, è uno che lo stomaco forte ha dimostrato di averlo, e parecchio. Al punto da riuscire a ricucire il rapporto con il leader di Fli con il quale vive ormai in simbiosi e da cui ha ricevuto pochi giorni fa la missione, non semplice, di traghettare Fli fuori dalle secche in cui è precipitato. Una nomina sgradita però a molti che a poco poco stanno prendendo la porta.
La polvere del ripescaggio nel 2006 dopo la sconfitta alle regionali
Ma Bocchino si è guadagnato sul campo la promozione. Perché Italo è un gran lottatore, nonostante il fisico minuto, capace di rialzarsi anche dopo sonore sconfitte. «La politica - disse in una intervista poco tempo fa - ti dà sempre un'altra possibilità, è bella per questo. Mai troppo nella polvere, mai troppo tra le stelle. Un saliscendi continuo, faticoso e appassionante». E lui, deputato per la prima volta a soli 29 anni, la polvere l'ha toccata più volte con mano. Come quando, alle elezioni politiche del 2006, An presentò le liste e proprio Fini lo piazzò in zona critica. La circoscrizione era la numero due della sua Campania: in cima il leader di An, poi il futuro ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi, subito dopo Edmondo Cirielli e Giulia Cosenza, e quindi Bocchino. Fu il primo dei non eletti, ma rientrò perché Fini, capolista in tutte le circoscrizioni, ne consentì il ripescaggio last minute. Bocchino incassò il colpo e da allora ha lavorato per riavvicinarsi al capo. Voltando le spalle a Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa che dentro ad An erano stati suoi compagni e mentori politici e che ora lottano al fianco di Silvio Berlusconi.