Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2011 alle ore 13:45.
«Siete la nave più bella del mondo». Erano gli anni sessanta quando l'equipaggio della Amerigo Vespucci decodificò questo messaggio inviato con lampi di luce in alfabeto Morse. A lanciarlo era stata la portaerei americana Forrestal che, incrociando il veliero in pieno Atlantico, salutò con quella frase la nave scuola della Marina militare italiana. È solo uno dei numerosi episodi che testimoniano l'ammirazione suscitata, negli uomini di mare ma anche nella gente comune, dal tre alberi in legno e acciaio costruito nei cantieri napoletani di Castellammare di Stabia, simbolo ante litteram della qualità del made in Italy.
Il fascino della Vespucci, peraltro, cresce con l'accumularsi degli anni sulle assi di tek che ricoprono il ponte di coperta: la nave è giunta al suo ottantesimo compleanno, che si festeggia il 22 febbraio 2011 e la rende l'unità più anziana in servizio presso la marina militare. Viene, tra l'altro, tuttora utilizzata per lo scopo per cui fu costruita: addestrare gli allievi ufficiali dell'Accademia navale di Livorno.
A dimostrazione dell'affetto di cui questa unità è circondata, anche all'estero, il tenente di vascello Alessandro Busonero, un veterano della Vespucci, imbarcato sulla nave per quattro campagne, tra cui quella del 2002-2003 (quando il veliero fece il giro del mondo), ricorda un fan della nave, proveniente dai Paesi Bassi. «Salì a bordo – rammenta l'ufficiale - portando con sé un modellino della Vespucci, ricavato, poiché non l'aveva vista direttamente, da libri e foto. L'uomo voleva un giudizio sulla sua opera dal comandante in persona. Il modellino era davvero uno tra i migliori mai visti, preciso perfino nei dettagli. E così, per dimostrargli il nostro apprezzamento, gli abbiamo regalato una foto della nave scuola con dedica del comandante».
LA STORIA
La Amerigo Vespucci, intitolata al celebre navigatore che diede nome all'America, nasce dopo la decisione dello stato maggiore della marina militare, presa negli anni '20, di rinnovare le unità destinate all'addestramento degli allievi dell'Accademia di Livorno, puntando su navi a vela (ancorché, ovviamente, dotate di motori), nonostante lo sviluppo della nuova flotta fosse orientato sul naviglio esclusivamente a motore. L'idea, a tutt'oggi valida, era che, per gli allievi, il migliore e più "educativo" impatto con l'ambiente marino fosse quello a bordo di un veliero. Nel 1925 fu decisa, quindi, la realizzazione di due unità: la Cristoforo Colombo, che entrò in servizio nel 1928 e fu utilizzata fino al 1943 (dopo la seconda guerra mondiale venne ceduta all'Urss, come risarcimento per danni di guerra) e appunto la Vespucci, che sostituiva una nave omonima varata nel 1882.