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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2011 alle ore 08:57.

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Martedì vertice a Palazzo Chigi
Si terrà martedì nel tardo pomeriggio, a palazzo Chigi vertice per fare il punto su quanto sta avvenendo in Nord Africa, a cui parteciperanno il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e i ministri di Interno, Difesa, Esteri e Sviluppo, Roberto Maroni, Ignazio La Russa, Franco Frattini e Paolo Romani e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta.

Fuga dal paese
Il gruppo Finmeccanica sta rimpatriando i pochi italiani che lavorano nel paese. Si tratta di meno di dieci dipendenti che lavorano alla joint venture tra Agusta Westland e Liatec a Abou Aisha, a sud di Tripoli. Anche la britannica Bp, la norvegese Statoil la Royal Dutch Shell stanno evacuando i propri dipendenti. Anche Impregilo ha avviato le procedure di rimpatrio del personale e familiari dalla Libia. Lo riferisce un portavoce, precisando che si tratta di circa 50 persone.

Quanto a Eni, ha fatto sapere la società in una nota, «sta rimpatriando i familiari dei propri dipendenti, come già previsto a seguito della chiusura anticipata delle strutture scolastiche nel paese, sia dei dipendenti non strettamente operativi. In questo momento Eni non ravvisa alcun problema agli impianti e alle strutture. Le attività proseguono nella norma senza conseguenze sulla produzione. Eni, tuttavia sta provvedendo a rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza a tutela di persone e impianti".

L'Ue si prepara anche far rimpatriare i suoi cittadini, in particolare nella città di Bengasi e la Farnesina consiglia agli italiani di lasciare il paese con voli commerciali. L'aeroporto di Tripoli è operativo, e i collegamenti di Alitalia sono regolari.

In serata lo spazio aereo al di sopra di Tripoli è stato chiuso dalle autorità libiche fino a nuovo ordine: lo hanno reso noto fonti delle forze armate austriache, che avevano inviato nella capitale libica un apparecchio militare per lo sgombero dei propri cittadini e di altri cittdini europei. "Lo spazio aereo è chiuso fino a nuovo ordine, è stato chiuso almeno un'ora fa", ha detto un portavoce del ministero della Difesa di Vienna, Michel Huber.

Nella mattinata di domani partirà per Tripoli un primo volo speciale, concordato con la Farnesina, che si affiancherà ai voli di linea previsti per il rientro dei connazionali. Lo si è appreso alla Farnesina dove si conferma che è in via di attivazione un piano di rimpatri degli italiani in Tripolitania, gestito in coordinamento con l'Alitalia, per consentire in tempi quando più rapidi il rientro dei connazionali che stanno confluendo gradualmente all'aeroporto della Capitale libica. La prospettiva è completare con la massima rapidità consentita il rientro dei connazionali che intendono lasciare il Paese.

Dov'è il rais? Smentita la fuga in Venezuela
Il leader libico Muammar Gheddafi intanto potrebbe aver lasciato il paese. È quanto afferma l'agenzia France Presse, riferendo di informazioni non confermate. Anche il diplomatico libico in Cina, Hussein Sadiq Al Mousrati, ha confermato questa voce affermando che il numero uno libico potrebbe aver già lasciato la Libia per il Venezuela. Voce poi smentita dal governo di Caracas

La situazione
La repressione delle autorità ha provocato almeno 233 morti dall'inizio della rivolta, secondo l'organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch (Hrw). Ma per Saif al Islam, i bilanci forniti sono molto esagerati. Saif ha conmunque riconosciuto che alcune città, tra cui Bengasi ed El Beida, sono state preda di violenti scontri, e che i rivoltosi sono in possesso di armi da guerra. Domenica notte, raffiche di armi da fuoco pesanti sono state avvertite in diversi quartieri della capitale, dove la polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti nel quartiere di Gurgi. Circa cinquecento libici hanno invaso e saccheggiato un cantiere edile sudcoreano nei pressi di Tripoli, ferendo 18 operai del Bangladesh e altri sudcoreani.

Gli appelli di Onu, Stati Uniti e Unione europea
Gli Stati Uniti condannano fermamente l'uso della forza in Libia e invitano Tripoli a tutelare il diritto di protesta pacifica dei cittadini.Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha invitato a «non ricorrere alla forza e a rispettare le libertà fondamentali» nei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, che vivono una protesta popolare senza precedenti. L'Unione Europea ha invitato il colonnello Gheddafi a soddisfare le aspirazioni legittime del suo popolo e alla repressione delle manifestazioni nel sangue.

Frattini: ci auguriamo un processo di riconciliazione a breve
Il ministro degli esteri Frattini si augura che ci sia a breve un processo di riconciliazione che porti alla Costituzione, come proposto da Seif Al-Islam Gheddafi. Frattini si dice anche molto preoccupato per questa idea di dividere in due la Libia, fra Cirenaica e Tripoli: «è molto pericolosa e come molti europei siamo preoccupati per le conseguenze che questa avrebbe sui flussi migratori». L'Europa poi «non deve interferire» nei processi di transizione in corso nei paesi nordafricani: «non dobbiamo esportare la democrazia - ha detto - o imporre il nostro modello europeo: non sarebbe rispettoso dell'indipendenza del popolo, dobbiamo invece sostenere i processi di transizione democratica»..

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