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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2011 alle ore 08:20.

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Gheddafi in tv: non mi dimetto, morirò come un martireGheddafi in tv: non mi dimetto, morirò come un martire

Si fa sempre più grave il bilancio degli scontri in Libia al settimo giorno di ribellione contro il potere di Muammar Gheddafi ma tutto lascia presagire che la crisi si stia per avvitare ulteriormente in un vortice di ulteriori violenze e repressioni. Al termine di una giornata che secondo alcune fonti avrebbe visto la morte solo a Tripoli di circa mille dimostranti su cui le forze armate fedeli al regime del rais avrebbero sparato in maniera indiscriminata, nel pomeriggio lo stesso Gheddafi si è rivolto nuovamente alla nazione dopo il breve messaggio di ieri. E in uno dei suoi tipici discorsi verbosi, il colonnello ha rilanciato il guanto di sfida al popolo sceso in piazza dichiarando di non avere alcuna intenzione di farsi da parte e di essere al contrario «pronto a morire da martire».

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Gheddafi non si dimette e attacca in tv: razzi ai giovani da Stati Uniti e Italia
Intanto il rais è apparso in tv per un discorso molto atteso e annunciato. Gheddafi ha promesso di restare in Libia fino alla fine dei suoi giorni. «Sono il leader della rivoluzione, non un presidente che si dimette», ha avvertito il Colonnello, «morirò qui come un martire». E ha aggiunto: «Sono un beduino rivoluzionario e la Libia guiderà l'Africa e l'America del sud». Il Colonnello non ha risparmiato accuse: nel suo intervento televisivo ha detto che Stati Uniti e Italia hanno «distribuito ai ragazzi a Bengasi» razzi rpg.

In passato, ha ricordato Gheddafi nel suo discorso, anche l'Italia è stata sconfitta dalla Libia. «L'Italia, allora grande impero, si è trovata sconfitta di fronte alla Libia,- io sono un lottatore, ho sempre lottato per una rivoluzione storica, tutti mi hanno sempre seguito. La Libia ha guidato il mondo, non si può interrompere questo percorso per un pugno di ratti che seguono gli stranieri. Io non lascerò la mia terra». Poi rivolgendosi ai suoi seguaci: «Mentre presentate al mondo la reale immagine del popolo libico attorno alla rivolta siete voi nella piazza verde che date l'esempio della realtà delle cose. la realtà che gli apparati della tradizione e della codardia cercano di coprire per rovinare la vostra immagine di fronte al mondo. La realtà è rappresentata in modo mistificato. La Libia non vuole il colonialismo, la Libia vuole essere al di sopra di tutto questo. Siamo noti in tutto il mondo, ieri il libico non aveva identità, oggi il mondo la conosce, la Libia di Gheddafi, la Libia della rivoluzione. Tutti i paesi arabi vedono la Libia come una guida».

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