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Stop di Napolitano: il Milleproroghe non va, sembra una finanziaria. Governo verso maxi emendamento

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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2011 alle ore 18:08.

Il governo è disponibile a modificare il testo del Milleproroghe. Lo ha annunciato il ministro
dell'Economia, Giulio Temonti, nell'aula della Camera. Tra le modifiche su cui aprire una discussione, secondo il ministro, le norme sui precari della scuola, la normativa sul personale Consob, le disposizioni sugli immobili acquisiti a seguito di esproprio per Roma e le norme che aumentano il numero di assessori. Stop anche alle disposizioni sugli incroci tra tv e giornali, il blocco delle demolizioni delle abitazioni abusive campane, le concessioni relative ai contratti nella zona dell'Etna.

Dopo i rilievi di Napolitano al Milleproroghe è probabile che il governo presenti al più presto un maxiemendamento che riproponga il testo originario del decreto. Sarebbe l'unica soluzione per uscire dall'impasse creata dopo la lettera del Capo dello Stato nella quale si sostiene che ilprovvedimento sarebbe stato trasformato al Senato in una sorta di nuova finanziaria.E sul nuovo maxiemendamento è probabile che si chieda il
voto di fiducia.

La lettera del Capo dello Stato ai presidenti delle Camere e al premier
Napolitano scrive ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio per segnalare l'ampiezza e l'eterogeneità delle modifiche introdotte nel
Milleproroghe all'esame dell'aula della Camera
. Lo ha reso noto un comunicato del Quirinale. «Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha oggi inviato una lettera ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio, nella quale ha richiamato l'attenzione sull'ampiezza e sulla eterogeneità delle modifiche fin qui apportate nel corso del procedimento di conversione al testo originario del decreto-legge cosiddetto "milleproroghe"».

Nel carrozzone imbarcate riforme fiscali e nuove tasse, dal cinema alle calamità
In effetti nel carrozzone del Milleproroghe sono saliti a bordo decine e decine di temi che con le proroghe non hanno nulla a che fare: dalle riforme fiscali su fondi immobiliari e banche alle tasse su cinema e calamità. Lettera che Fini ha letto in aula. Trattandosi di una comunicazione del Capo dello Stato, il presidente della Camera non ha consentito interventi sul merito della lettera. «La lettera del Capo dello Stato si commenta da sola», ha detto Fini. La seduta è stata rinviata a domani mattina. Intanto, a Montecitorio é in corso nella sala del Governo una riunione del Pdl con i sottosegretari all'Economia, Luigi Casero, e per i Rapporti con il Parlamento, Laura Ravetto, per valutare come procedere nell'esame del provvedimento dopo i rilievi del Quirinale. Il Capo dello Stato ha sottolineato nella lettera come il frequente ricorso all'apposizione «della questione di fiducia realizza una ulteriore pesante compressione del ruolo del Parlamento».

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Evitare che un decreto legge diventi una finanziaria
«Ho ritenuto di dovervi sottoporre queste considerazioni - ha scritto il Capo dello Stato - perchè a mio avviso non mancherebbero spazi attraverso una leale collaborazione tra governo e Parlamento da un lato e fra maggioranza e opposizione dall'altro, per evitare che un decreto legge concernente essenzialmente la proroga di alcuni termini si trasformi sostanzialmente in una sorta di nuova legge finanziaria dai contenuti più disparati». Il capo dello Stato si è riservato «qualora non sia possibile procedere alla modifica del testo del disegno di legge approvato dal Senato, di suggerire l'opportunità di adottare successivamente possibili norme interpretative e correttive, qualora io ritenga, in ultima istanza, di procedere alla promulgazione della legge». E ha lanciato un avvertimento. «Devo infine avvertire - ha precisa Napolitano- che, a fronte di casi analoghi, non potrò d'ora in avanti rinunciare ad avvalermi della facoltà di rinvio, anche alla luce dei rimedi che l'ordinamento prevede nell'eventualità della decadenza di un decreto legge».

Una prassi irrituale quella di introdurre con decreto legge disposizioni non attinenti
Il Capo dello Stato «nel ricordare i rilievi ripetutamente espressi fin dall'inizio del settennato, ha messo in evidenza che la prassi irrituale con cui si introducono nei decreti-legge disposizioni non strettamente attinenti al loro oggetto si pone in contrasto con puntuali norme della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti parlamentari, eludendo il vaglio preventivo spettante al Capo dello Stato in sede di emanazione dei decreti-legge».

Il Cavaliere accoglie le osservazioni del Capo dello Stato
Il comunicato del Colle segnala anche che il premier Silvio Berlusconi, ricevuto oggi pomeriggio al Quirinale, ha accolto le osservazioni mosse dal Colle sul decreto milleproroghe. «Nel corso dell'incontro, il Presidente del Consiglio - riporta il comunicato - ha convenuto sulle osservazioni di metodo formulate dal Presidente della Repubblica nella lettera oggi inviata a lui e ai Presidenti delle Camere in materia di decretazione d'urgenza». nella conversazione si è parlato dei preoccupanti sviluppi della situazione in Libia e delle iniziative che il Governo intende adottare per l'accoglienza dei profughi e per il rimpatrio dei cittadini italiani. Sono stati anche toccati altri temi di attualità di politica internazionale alla vigilia della visita del Presidente della Repubblica in Germania. Si è inoltre ribadita l'esigenza della massima attenzione ai principali problemi di politica economica.

Bossi: Napolitano è un amico, il Milleproroghe passa
Ai cronisti che gli chiedono del rapporto con il capo dello Stato anche alla luce di quanto accaduto sul milleproroghe il leader della Lega, Umberto Bossi, risponde: «Lo considero abbastanza amico». E rispetto al Milleproroghe si dice tranquillo: «questa - osserva - è l'ultima volta, ma passa». (N.Co.)

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