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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2011 alle ore 21:26.
Una riunione fiume che spacca ancora di più i finiani al Senato facendo emergere una pesante frattura dopo l'uscita di Giuseppe Menardi e Francesco Pontone. Perché il confronto lunghissimo che avrebbe dovuto concludersi con una consistente emorragia di senatori dal gruppo di Palazzo Madama vede, almeno per ora, solo due parlamentari pronti a dire subito addio a Gianfranco Fini: il capogruppo Pasquale Viespoli e Maurizio Saia. Che infatti abbandonano anzitempo il vertice proseguito nello studio di Mario Baldassarri. «Abbiamo preso atto - ha spiegato Viespoli uscendo - del venir meno sul piano politico del gruppo Fli al Senato ed abbiamo altresì preso atto di posizioni divergenti rispetto alle prospettive politiche».
La mediazione di Baldassarriche tratta direttamente con Casini
Proprio il presidente della commissione Finanze al Senato ha evitato la scissione proponendo agli altri dissidenti un documento di critica all'attuale gestione del partito. Che avrebbe bloccato almeno per ora l'ulteriore smottamento. Così, oltre a Baldassarri, che avrebbe trattato direttamente con Casini la sua decisione di rimanere nel progetto, anche Giuseppe Valditara, Maria Ida Germontani, Candido De Angelis,Egidio Digilio e Barbara Contini hanno deciso di non abbandonare il gruppo. Ma la situazione resta assai fluida anche perché non tutti sono convinti di restare al fianco di Fini fino all'ultima battaglia. Non lo è il senatore lucano Digilio, tentato sempre dall'addio, come pure l'ex governatrice di NassiriyaContini molto incerta. Mentre Pontone e Menardi hanno ormai deciso di archiviare la loro parentesi finiana. A Fini i sei chiedono comunque la massima chiarezza: niente ammucchiate a sinistra. E sollecitano la nascita in tempi brevi «di un nuovo e più consistente gruppo parlamentare che faccia riferimento al Polo per l'Italia».
Massima incertezza sul futuro dei dissidenti
Sul prossimo approdo dei fuoriusciti regna per il momento la massima incertezza. L'unico dal futuro abbastanza chiaro sembra essere per ora solo l'ex tesoriere di An Pontone, che gli ultimi rumors danno diretto verso il Pdl, mentre Menardi, Saia e Viespoli potrebbero finire in un nuovo gruppo pro-premier a Palazzo Madama. Il capogruppo, nel corso della riunione, avrebbe ribadito la volontà di lavorare a un progetto comune con il sottosegretario Gianfranco Miccichè. Non c'è ancora però alcuna decisione definitiva. Ma la maggioranza già si frega le mani e, dopo la deflagrazione di Fli al Senato, punta ormai a ribaltare gli equlibri nella bicameralina per il federalismo, snodo cruciale della legislatura.