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Non solo Schiavone e Pennetta. Anche i coach italiani di tennis fanno scuola

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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2011 alle ore 15:38.

Meno male che ci sono le azzurre. Francesca Schiavone e Flavia Pennetta su tutte. Quante volte abbiamo ripetuto questa frase… Come fosse un mantra, una formula magica capace di esorcizzare l'incantesimo del quale sembrano prigionieri i loro colleghi in pantaloncini. Perché, diciamoci la verità, il tennis maschile italiano non è malato, è in coma. E non da cinque, dieci anni ma più o meno da quando Adriano Panatta, nel lontano '76, vinse il Roland Garros e, con l'aiuto di Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli, anche la Coppa Davis. Con la loro uscita di scena calò improvvisamente il sipario. Da allora, il buio: oltre trent'anni di black-out.

Sembra impossibile ma è andata proprio così, a meno di non volersi attaccare a qualche risultato estemporaneo e sempre di secondo piano. E, allora, viene da chiedersi: possibile che non ci sia proprio nulla (a parte le donne, ovviamente) da salvare del tennis targato Italia? In effetti, qualche cosa di buono c'è anche se, naturalmente, non riguarda i giocatori. Sono i nostri coach, come segnala con la consueta puntualità e precisione il blog di Ubaldo Scanagatta, Ubitennis. Professionisti spesso snobbati dalla Federazione, ma capaci di ottenere risultati sorprendenti a livello internazionale. A patto, beninteso, che allenino tennisti stranieri.

L'ultima conferma arriva dalla Francia con l'Equipe che titola: "Gasquet a l'italienne". L'ex- enfant prodige del tennis d'oltralpe, nel disperato tentativo di riportare sui giusti binari una carriera quasi compromessa, ha infatti deciso di rivolgersi a Riccardo Piatti. Certo, il francese non è esattamente un atleta sulla cresta dell'onda. È passato dal ruolo di predestinato a quello di promessa mancata senza toccare la vera gloria. Ma il fatto stesso che un tennista con il suo talento, per tentare in extremis di rimettersi in carreggiata, si rivolga a Piatti, qualcosa vuole dire. D'altra parte, il comasco (dalla cui scuderia è passato anche un giovane Djokovic) è da anni allenatore di un certo Ivan Ljubicic, uno che nella vita è arrivato ad essere il terzo giocatore del mondo. Va detto che Piatti ha allenato anche degli azzurri: Cristiano Caratti che arrivò al 26esimo posto, Omar Camporese (18) e Renzo Furlan (19).

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E il fenomeno dei coach italiani non si ferma certo ad un caso isolato. Claudio Pistolesi, per esempio, che fu giocatore mediocre, è l'attuale allenatore del numero quattro del mondo, Robin Soderling. Lo svedese, sia detto per inciso, da quando si è affidato alle cure del nostro ha perso un solo match, a Melbourne, con il sorprendente Dolgopolov. Sia merito di Claudio o meno, l'avvio di questa stagione è stato folgorante per il tennista scandinavo che a Marsiglia ha incamerato il terzo titolo, dopo Brisbane e Rotterdam. Nonostante questo, la Fit continua a fare la guerra al coach romano per il quale ha una lunga antipatia fin da quando era allenatore di Simone Bolelli. Il perdono per il tennista di Budrio, reo di avere risposto picche ad una convocazione in Davis, è passato anche attraverso la rottura tra i due. Cosa che a Simone non deve aver fatto tanto bene se è vero che nel 2009 aveva raggiunto la 36esima posizione mentre ora naviga intorno al 100esimo posto. Fermo restando che, per essere onesti, i successi e i fallimenti si possono imputare ai coach solo fino ad un certo punto…

E non è finita. Anche Dinara Safina, ormai in caduta libera, ha recentemente scelto di affidarsi alle cure di un allenatore nostrano. Sprofondata dalla vetta del ranking al 117esimo posto, la russa si è rivolta a Davide Sanguinetti per cercare di ripercorrere a ritroso la lunga strada che la separa dalle zone alte della classifica.
Né bisogna dimenticare la figura di Alberto Castellani che, negli anni, ha seguito atleti come Schuettler, Karlovic, Alami, Arazi, Rosset, Tipsarevic e Stakhovsky.

Insomma, non tutto quello che riguarda il tennis di casa nostra è da buttare. Ospitiamo un grande torneo, come gli Internazionali d'Italia, che bene o male vede crescere costantemente l'afflusso di pubblico, abbiamo delle tenniste straordinarie e, adesso, scopriamo anche di poter contare su di una nutrita schiera di allenatori di successo. In fondo, ci mancano soltanto i giocatori…

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