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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2011 alle ore 07:59.

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Gheddafi al contrattacco ma gli insorti resistonoGheddafi al contrattacco ma gli insorti resistono

AJDABYA - È quasi incosciente, dalla grave ferita all'addome perde molto sangue, il volto è livido. Eppure, quando apre gli occhi, Mufta al-Kuki trova la forza per alzare la mano mostrando le dita a V in segno di vittoria. Avrà 20 anni, forse meno. Sono molto giovani anche gli altri suoi compagni - chi colpito al torace, chi alla testa - che vengono trasportati in barella e operati d'urgenza all'ospedale di Ajdabya, l'ultimo avamposto sotto il controllo dell'opposizione. Un ferito dietro l'altro. Un susseguirsi di dita a V. Per alcuni, forse, l'ultimo gesto.

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Poco più avanti al check point di Ajdabya, 170 chilometri a sud ovest di Bengasi, le batterie antiaree sparano raffiche di avvertimento per tenere lontani i caccia di Gheddafi. Si ode un tonfo sordo vicino al deposito di munizioni. L'obiettivo, un grande deposito di armi, non è stato centrato. A Brega, 40 chilometri a ovest di Adjabia, la battaglia infuria ancora. È là che accorre la disordinata armata dei volontari della rivoluzione libica. Decine di tecniche, pick up con a bordo pezzi di contraerea, che attraversano a grande velocità il check point dove sono stati predisposti due vecchi carri armati sovietici e decine di pezzi di artiglieria. Chi non riesce a unirsi a loro urla «il sangue dei martiri non verrà versato invano». Jalal, 18 anni non è riuscito a salire sull'ultimo pick up. Con il kalashnikov stretto in mano, attende con impazienza il prossimo e urla: «Voglio andare a morire per la mia patria».

Ci si aspettava un contrattacco di Gheddafi contro le città petrolifere della Cirenaica Orientale. Non però una reazione così veloce. All'alba le milizie del raìs hanno sferrato una controffensiva contro due città strategiche: Brega e Ras Lanuf, dove però i rivoluzionari sono riusciti a respingere l'attacco nonostante le voci di una caduta. Due terminali petroliferi di importanza strategica. Con le sue raffinerie e i suoi impianti petrolchimici, Ras Lanuf segna anche il confine naturale della Cirenaica. È il più grande terminale di tutta la costa nordafricana.

Colti di sorpresa, in mattinata le poche decine di volontari male armati hanno ceduto alle forze di Gheddafi: centinaia di miliziani, arrivati a bordo di tre grandi aerei. Hanno conquistato prima l'aeroporto militare della città e poi due impianti petroliferi, mentre l'aviazione sganciava alcune bombe. Una lunga colonna di blindati, circa 100, ha poi sbaragliato l'armata dell'opposizione. Nell'arco di poche ore gli insorti accorrono in massa. Sanno bene che, oltre al petrolio, il controllo delle due città è di vitale importanza. Se vogliono lanciare un'offensiva per rovesciare Gheddafi devono mantenere il controllo.

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