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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2011 alle ore 15:40.
L'ultima modifica è del 06 marzo 2011 alle ore 15:44.

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Chi avrebbe mai immaginato che Muammar Gheddafi sarebbe passato alla storia come il grande creatore di consenso internazionale? Non è facile mettere d'accordo le 192 nazioni del mondo. Gheddafi ci è riuscito. Il mondo intero ha denunciato il dittatore libico per il massacro di civili innocenti. Il mondo intero tranne due capi di stato: Hugo Chávez e Daniel Ortega; l'asse dei confusi. Perfino la Lega araba ha tolto il proprio sostegno a Gheddafi. Ma Hugo e Dani non l'hanno fatto. Certamente li avrà convinti Fidel Castro, che sostiene che la violenza in Libia sia colpa della Nato e non di Gheddafi.

Ma su questo argomento il tiranno libico dissente dal suo collega, l'ex dittatore cubano. Gheddafi ritiene infatti che dietro alle contestazioni nel suo paese ci sia al-Qaeda. Questa diversità di opinioni rappresenta un problema per Hugo e Dani. Forse, per evitare di prendere posizione a favore di Fidel o di Muammar, giungeranno alla conclusione che la destabilizzazione della Libia è dovuta a un'operazione congiunta di Nato e al-Qaeda.
Chi invece non è assolutamente d'accordo con l'asse dei confusi è un altro collega: Mahmud Ahmadinejad.

«È difficile credere che esista una persona che possa uccidere e bombardare la propria gente. Si tratta di qualcosa di molto sgradevole… Vorrei invitare certi leader ad ascoltare il proprio popolo e riflettere sulle sue richieste. La gente dev'essere libera e deve poter essere in grado di decidere del proprio futuro. Il mondo intero è sotto shock per quanto sta succedendo in Libia… è necessario dare ascolto al popolo» ha dichiarato indignato il leader iraniano. Ecco un altro candidato a far parte dell'asse dei confusi. Ma per un motivo diverso: il povero Ahmadinejad è sembrato non accorgersi che mentre rilasciava queste dichiarazioni il suo governo compiva, ancora una volta, una selvaggia azione di repressione nei confronti dell'opposizione. Quando scoprirà che non c'è poi tanta differenza tra lui e Gheddafi, sicuramente sarà vittima di uno shock tanto profondo quanto quello prodotto dall'osservare il modo in cui il leader libico tratta il proprio popolo.

Le tensioni tra Gheddafi e Ahmadinejad non sono una novità e il fatto che il leader iraniano non abbia mai ricevuto il Premio Gheddafi per i diritti umani ne è una prova emblematica. Questo premio, creato nel 1988 e conferito ogni anno a Tripoli a coloro i quali «…abbiano collaborato in maniera esemplare nella prestazione di servizi umani rilevanti o nella realizzazione di opere gloriose a difesa dei diritti umani (sic)». Hugo Chávez l'ha ricevuto nel 2004 e Dani nel 2009. Alcuni anni più tardi, Chávez ha ricambiato il riconoscimento del leader libico, regalandogli una copia della spada di El Libertador, spiegando inoltre che «Muammar Gheddafi rappresenta per i libici ciò che Simón Bolívar rappresenta per i venezuelani». Hai detto niente!

Il presidente venezuelano non è l'unico ad aver riconosciuto i meriti del leader libico nel campo dei diritti umani. Lo scorso quattro gennaio il Consiglio per i diritti umani - organismo delle Nazioni unite - ha pubblicato un rapporto sulla Libia. Questo documento non contiene neppure un accenno di critica al governo di Gheddafi, e anzi sottolinea il fatto che «varie delegazioni hanno espresso il riconoscimento dell'impegno del paese per la difesa dei diritti umani...». La delegazione brasiliana, per esempio, ha enfatizzato «il progresso sociale ed economico della Libia, riconoscendo i suoi sforzi nei confronti delle persone diversamente abili...», una posizione condivisa anche da Myanmar. Da parte sua, «la Bielorussia ha notato con soddisfazione che la Libia ha sottoscritto tutti i trattati internazionali sui diritti umani e ha cooperato con gli organismi responsabili della loro redazione».

La risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni unite, che ha istituito il Consiglio per i diritti umani, ha stabilito che nella scelta dei paesi che aspirano a far parte di questo organismo «è necessario tenere in considerazione il suo contributo alla promozione e protezione dei diritti umani». La Libia è stata scelta grazie al voto di 155 paesi.
Tuttavia, neppure questo baluardo dell'ipocrisia internazionale è riuscito a tenere la Libia al suo posto nel Consiglio. Di conseguenza, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite, in seguito a lunghe discussioni, ha concluso che il contributo ai diritti umani da parte della Libia di Gheddafi era sceso al di sotto degli standard minimi accettabili e ha deciso quindi di escluderla.

Ciononostante, Hugo e Dani non abbandonano i propri amici. «Non condannerò Gheddafi... non mi risulta che sia un assassino» ha dichiarato il Presidente del Venezuela.
Al sentire questa affermazione mi è venuta in mente una vecchia frase di George Orwell: «Il linguaggio politico... è concepito in modo che le menzogne suonino sincere e l'omicidio rispettabile».
No, non sono loro ad essere confusi. Confusi sono coloro che gli credono.
(Traduzione di Graziella Filipuzzi)

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