Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2011 alle ore 19:43.

My24

Il concetto di "federalismo fiscale" è usato spesso nel dibattito politico come una sorta di ricetta magica, di elisir che garantirebbe minori tasse, e a seguire, la riduzione delle spesa pubblica, un taglio agli sprechi, la semplificazione degli adempimenti e uno stop all'espandersi della macchina burocratica. Un dogma che suona, in realtà, come un eccesso d'ottimismo. Per rendersene conto è sufficiente recarsi nel Tempio del Federalismo fiscale, municipale e persino distrettuale applicato non da decenni, bensì da secoli, negli Stati Uniti.

Al fisco locale Usa il 12,5% del reddito
Iniziamo dall'equazione Federalismo fiscale=meno tasse, un'equivalenza talmente fuori dalla realtà statunitense che accenderebbe una discussione anche all'angolo d'una edicola o in attesa d'un qualunque bus. Per capire dove la supposta equazione inverte il risultato è sufficiente considerare due dati, le entrate fiscali riscosse a Washington, quindi su base federale, e quelle che affluiscono ogni anno sui bilanci dei singoli Stati dell'Unione e delle diverse realtà locali. Nel dettaglio, ai 2.200miliardi di dollari incassati dal fisco federale, anno d'imposta 2009-2010, s'accodano anche i 1.256 miliardi che oltre 80mila giurisdizioni - stati, contee, città, distretti speciali e distretti scolastici - tutte dotate d'una autorità impositiva anche se variabile sia in riferimento alla base imponibile che al territorio, provvedono a domandare e a incassare puntualmente, e spesso con rigore, dai rispettivi residenti, aziende incluse.

Il risultato è un vero e proprio Moloch fiscale che, su piani distinti, sottrae in media 4.364 dollari l'anno ai contribuenti, proprietari, i cui redditi non superano i 50mila dollari l'anno. Per intenderci, è come se in Italia un lavoratore con uno stipendio medio, e una casa di proprietà, dovesse lasciare ogni anno una intera mensilità, e quasi la metà di quella successiva, al fisco locale nelle sue differenti esternazioni, Comune, Provincia e Regione. Insomma, il 12,5per cento del proprio reddito destinato al territorio.

Ma ciò che rende ancor più ingegnoso il federalismo fiscale statunitense riguarda le modalità del prelievo cui sono sottoposti 140milioni di contribuenti. Innanzitutto, l'imposta sui redditi delle persone fisiche si applica con una aliquota del 4% sui redditi medi a New York che raddoppia una volta superati i 100mila dollari, mentre a Chicago scatta la flat tax. In altri Stati, invece, è in vigore un classico sistema progressivo. E a rendere ancor più complesso il panorama impositivo ogni singolo Stato, o città, e persino Contea, può introdurre soglie d'esenzione, crediti d'imposta e sconti particolari. Sul versante delle imposte indirette il clima fiscale non cambia, anzi, s'infittisce.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi