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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2011 alle ore 11:01.

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Giappone, ventinove scosse negli ultimi dieci anni (AP Photo)Giappone, ventinove scosse negli ultimi dieci anni (AP Photo)

Ventinove terremoti negli ultimi 10 anni, il più debole di magnitudo 5.9. Oggi magnitudo 8.9, la più forte della sua storia. Uno dei posti più instabili al mondo dal punto di vista della «tenuta» della crosta terrestre, il Giappone siede letteralmente sull'intersezione tra quattro distinte placche tettoniche (la placca euroasiatica, la placca nordamericana, quella pacifica e la placca delle Filippine).

Tutti i numeri del disastro in Giappone

Non solo: il Giappone si trova anche esattamente sulla cosidetta cintura di fuoco del Pacifico, una sorta di «cicatrice» aperta nella crosta terrestre a forma di ferro di cavallo, che partendo dalla Nuova Zelanda include le Filippine, appunto il Giappone, risale per la Corea, passa a est in Alaska e scende lungo la costa occidentale degli Stati Uniti e poi dei paesi sudamericani che si affacciano sul Pacifico. Circa 40.000 chilometri nei quali avviene il 90% dei terremoti del mondo e si verificano spesso fortissime eruzioni vulcaniche.

Da sempre, quindi, il Giappone è costretto a convivere con la terra che trema e negli anni - già dal 1923 quando una scossa di magnitudo 7.9 a Kanto causò 143.000 morti, ma anche dopo il sisma del 1995 a Kobe, con più di 5 mila vittime - gran parte del paese è stato costruito o ristrutturato per far fronte a scosse di fortissime intensità: palazzi e costruzioni con baricentro molto basso per garantire una maggiore stabilità; materiali utilizzati sempre più leggeri man mano che aumenta l'altezza; strutture simmetriche e edifici il più possibile privi di sporgenze; preciso studio dei terreni per costruire strutture e infrastrutture solide e resistenti con il minor pericolo possibile di cedimenti improvvisi.

«Parliamo di un paese nel quale negli ultimi due anni si sono registrati 5 o 6 terremoti di magnitudo superiore a 6: è una zona ad altissima attività sismica e oggi c'è stata una delle massime espressioni dei movimenti sismici cui è sottoposta da sempre. Di certo quella di oggi sarà seguita da migliaia di scosse, alcune delle quali potranno ancora essere di forte magnitudo» dice all'agenzia TMNews il sismologo Francesco Mele, funzionario della sala sismica dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

«Il Giappone è in una zona ad altissimo rischio sismico, su un punto congiunzione tra quattro diverse placche. Oggi si è verificata una subduzione, uno spostamento di una placca sotto un'altra, della placca pacifica sotto quella dell'isola di Honshu, un fenomeno - continua Mele - che avviene in milioni di anni, con movimenti che a volte sono lenti e non generano terremoti e altre volte invece provocano scatti più forti. Come oggi».

«Stiamo parlando di faglie che lunghe centinaia di chilometri. La crosta terrestre è in continuo movimento e a causa di questi si accumulano degli sforzi nella profondità della terra, che poi generano energia e quindi il terremoto. In questo caso per fortuna l'ipocentro era in mare, e non sotto una zona abitata. Si è creato però uno tsunami, perchè il fondo marino si è spostato e con questo milioni di chilometri cubi di acqua».

Alla forte scossa di oggi seguiranno quindi altre repliche, ma «il discorso di una correlazione tra il movimento di diverse placche in altre parti del mondo è cosa ancora molto discussa: alcuni studiosi hanno valutato che a causa di grandissimi terremoti potrebbe seguire un aumento di sismicità che riguarda tutto il mondo. Ma è una teoria molto controversa. Sicuramente però - conclude l'esperto - le zone più vicine al Giappone saranno interessate da nuovi terremoti».

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