Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2011 alle ore 13:44.

My24
Ultimatum di Scajola a Berlusconi: il posto di Bondi nel Pdl o lancio un nuovo gruppo parlamentare (LaPresse)Ultimatum di Scajola a Berlusconi: il posto di Bondi nel Pdl o lancio un nuovo gruppo parlamentare (LaPresse)

Se non è un ultimatum poco ci manca, e arriva da uno dei fedelissimi del premier, l'ex ministro Claudio Scajola, pronto ad avviare una scissione interna al Pdl se non otterrà, sono parole dei suoi uomini, «il giusto riconoscimento politico». Che, fuor di metafora, significa soprattutto un ruolo di prestigio in quel partito che lui ha contribuito a far nascere. Nel suo entourage la mettono giù così. «Claudio vorrebbe prendere il posto di Sandro Bondi come coordinatore del Pdl, ma insomma il presidente Berlusconi saprà trovare il modo di valorizzarlo».

Il nodo rimpasto preoccupa il Cavaliere
Insomma, la richiesta è chiara e Scajola si ritroverà così faccia a faccia con il premier già alle prese con il nodo rimpasto. Annunciato più volte e ora rinviato sia per le perplessità della Lega (che chiede poltrone dopo aver rinunciato a piazzare uno dei suoi all'Agricoltura) sia per le difficoltà legate a uno dei nomi del riassetto: l'ex Udc Saverio Romano, destinato a subentrare a Galan e la cui nomina pare aver sollevato più di qualche dubbio al Quirinale (guarda il ritratto). Per non dire poi dei mal di pancia nel partito del Cavaliere, preoccupato di rimanere fuori da un nuovo allargamento della squadra dell'esecutivo (per ora l'unico nome è quello di Anna Maria Bernini come viceministro dello Sviluppo, ma i berlusconiani aspirano anche a qualche sottosegretariato).

I gruppi dell'ex ministro pronti a nascere in Parlamento
I nodi, dunque, sono tanti e ad agitare ancor di più le acque in casa della maggioranza ci si mette ora anche l'ex ministro che ha già mostrato di poter contare su una discreta forza parlamentare (circa 60 tra deputati e senatori con cui ha creato poco tempo fa la fondazione Cristoforo Colombo). Ora, dunque, Scajola è pronto a battezzare nuovi gruppi all'inizio della prossima settimana «se non arriveranno convincenti risposte politiche». Alla Camera l'ex ministro ha già raccolto 22 firme, più che sufficienti per staccarsi dal Pdl, mentre al Senato per il momento sono 9 i parlamentari che si sono già detti disponibili a sostenere il suo progetto e altri due hanno manifestato interesse (dieci è il numero minimo per costituire un gruppo a Palazzo Madama).

Lo speciale rapporto tra il premier e Scajola
La macchina organizzativa è quindi in movimento e anche se è arrivata oggi la smentita di Gregorio Fontana, uomo di Denis Verdini e indicato come uno degli artefici dell'operazione, Scajola è pronto a smarcarsi dal Cavaliere. Che, va detto, ha sempre nutrito per lui un affetto e una considerazione particolari nonostante gli incidenti che ne hanno segnato la carriera politica: prima le dimissioni da ministro dell'Interno nel 2002 per l'infelice commento sul giuslavorista Marco Biagi ucciso dalle Br («è un rompicoglioni»,disse allora Scajola) e poi la vicenda dell'appartamento con vista sul Colosseo che l'ha costretto a un nuovo passo indietro nel maggio scorso.

Il progetto di La Russa: gruppi di ex An in Parlamento
Lui, però, ha sempre proclamato la sua innocenza e ora vuole tornare a pieno titolo nel Pdl accanto a La Russa e Verdini. Che guardano con sospetto al ritorno dell'ex ministro anche perché, diversamente da Bondi, ormai latitante al ministero ma anche al partito, Scajola è deciso a dare battaglia agli altri due. Senza contare che l'eventuale nascita di nuovi gruppi alla Camera e al Senato potrebbe innescare un effetto a catena. È noto, infatti, che anche la Russa coltiva da tempo l'idea di creare gruppi di ex An in Parlamento dopo l'uscita di Fini e dei suoi. Finora il progetto è rimasto nel cassetto, ma se Scajola riunirà gli ex azzurri non è da escludere che il ministro della Difesa lo segua a ruota.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi