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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2011 alle ore 14:33.

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Silvio Berlusconi appare senza cerotto dopo l'operazione alla bocca della scorsa settimana (ANSA/CLAUDIO ONORATI)Silvio Berlusconi appare senza cerotto dopo l'operazione alla bocca della scorsa settimana (ANSA/CLAUDIO ONORATI)

«Silvio Berlusconi si presenterà a tutti i processi». Lo ha detto il deputato Pdl, e legale del premier, Nicolò Ghedini, lasciando Palazzo Grazioli. Ai microfoni di Ballarò, Ghedini ha aggiunto che «il primo è quello del 21» relativo al processo Mills. Dove, nei giorni scorsi, era stato raggiunto un accordo di massima sul calendario delle udienze dopo la lettera dei pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro che chiedevano di riservare al processo una corsia preferenziale in quanto «è necessario celebrare i tre gradi di giudizio prima della prescrizione» che arriverà tra circa un anno. Da qui la decisione di fissare un calendario delle udienze per i giorni di lunedì: il 21 marzo la prima per poi riprendere il 9 maggio e da lì altre sette udienze sempre di lunedì.

Paniz (Pdl): norma transitoria sarà soppressa
La strategia giudiziaria del premier è dunque delineata. E si fa sempre più nitida anche la road map della maggioranza nelle aule parlamentari. Così, dopo l'annucio di domenica del guardasigilli Angelino Alfano («proporrò il ritiro della norma transitoria dal processo breve»), oggi il relatore del provvedimento Maurizio Paniz (Pdl) ha depositato in commissione Giustizia l'emendamento soppressivo che in sostanza blocca l'applicazione delle nuove norme ai processi in corso (inclusi i quattro che vedono imputato il premier: oltre a Mills, Mediatrade, Mediaset-diritti tv e Ruby-gate). «Avevo detto che lo avrei fatto - ha dichiarato il relatore Maurizio Paniz - e l'ho fatto. La proposta di modifica ora è in commissione. Per ora c'è solo quest'emendamento». Paniz ha spiegato che si tratta di un emendamento abrogativo «tout court» che cancella l'articolo 9 del disegno di legge. Il relatore ha poi chiesto 24 ore di tempo per esaminare gli oltre 250 emendamenti presentati dall'opposizione al provvedimento.

Chiude il Pd: restiamo contrari. L'Idv: processo breve è immorale
Insomma, la strada indicata da Alfano due giorni fa e ribadita anche oggi dal guardasigilli a margine di un convegno milanese, sembra essere stata imboccata e le reazioni del centro-sinistra non si sono fatte attendere. Chiude la porta il Pd che, per bocca del capogruppo a Montecitorio, Dario Franceschini, conferma comunque il suo al ddl. «Sul processo breve ogni giorno la maggioranza dice una cosa diversa. La loro logica folle è devastare la giustizia pur di salvare Berlusconi. Devastare la giustizia senza salvare Berlusconi arriva al surrealismo, a Bunuel. Noi siamo contro, comunque». Stoppa il provvedimento anche l'ex pm Antonio Di Pietro. «Il processo breve è immorale e incostituzionale - commenta il leader dell'Idv -. Il governo, con artifici e raggiri, sta cercando di indurre in errore quella parte di opposizione che non capisce che con Berlusconi non si possono fare accordi, perchè pensa solo agli affari suoi. Noi vogliamo dare ai magistrati la possibilità di fare tutti i processi».

Udc e Fli apprezzano la scelta della maggioranza
Si mostra invece dialogante l'Udc che affida al braccio destro di Pierferdinando Casini, Roberto Rao, capogruppo dei centristi in commissione giustizia alla Camera, l'apprezzamento per la scelta della maggioraza. «Non possiamo che essere soddisfatti vedendo questa retromarcia della maggioranza e che è stata rispettata la promessa fatta dal guardasigilli Alfano. Adesso dobbiamo essere certi che non ci siano altre norme ad personam». Soddisfatta anche la finiana Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia. «È apprezzabile, anzi apprezzabilissimo che il relatore abbia presentato l'emendamento per togliere la norma transitoria, ma è chiaro che probabilmente sarebbe stato meglio non inserirla proprio» nel ddl sul processo breve.

Governo battuto alla Camera su emendamento Pd
Alla Camera il governo è stato battuto per un solo voto (251 a 250) su un emendamento del Pd alla proposta di legge che specifica le ipotesi di remissione tacita della querela. Nonostante il parere contrario del Governo e del relatore è stata approvata una proposta di modifica del Pd. Secondo la nuova formulazione del testo, chi rimetterà una querela non dovrà giustificare un'eventuale assenza dall'udienza per la remissione.

Chiuse le indagini per Fede, Mora e Minetti: prostituzione di 33 ragazze
Intanto la procura di Milano ha chiuso le indagini nei confronti del consigliere regionale del Pdl Nicole Minetti, dell'imprenditore dei Vip Lele Mora e del direttore del Tg4 Emilio Fede, tutti accusati di favoreggiamento e induzione della prostituzione di ragazze maggiorenni ed anche della minorenne Ruby. L'avviso di conclusioni indagini, che è stato notificato oggi, prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Contesta la prostituzione di 33 ragazze. Minetti, Fede e Mora avrebbero commesso il reato fino al gennaio 2011. L'induzione, si legge nel comunicato firmato dal procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, è riferita a un arco di tempo che va «dagli inizi del 2009 fino al gennaio del 2011». Il favoreggiamento invece si estende dal settembre 2009 fino al maggio 2010. È stata poi stralciata la posizione di altri tre indagati, un autista e un collaboratore di Lele Mora e l'agente di una delle ragazze che partecipavano alle feste ad Arcore. (Ce. Do.)

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