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Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2011 alle ore 13:19.

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La folla questa mattina in Piazza Castello durante la cerimonia dell'alza bandiera, Torino, 17 marzo 2011 (Ansa)La folla questa mattina in Piazza Castello durante la cerimonia dell'alza bandiera, Torino, 17 marzo 2011 (Ansa)

Aveva assicurato la sua partecipazione alle celebrazioni in programma alla Camera per i 150 anni dell'Unità d'Italia e ha mantenuto fede all'impegno. Così il leader della Lega, Umberto Bossi, arriva puntualissimo nell'aula di Montecitorio accompagnato dai ministri, Roberto Maroni e Roberto Calderoli (che si accomoda sugli scranni dei deputati). Poi, seduto accanto al premier Silvio Berlusconi, ascolta l'intervento del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Nessun applauso ma a un certo punto, quando il presidente della Repubblica parla di «Italia una», Bossi batte con la mano per tre volte sul banco del governo. «Il discorso di Napolitano mi è piaciuto, è stato un ottimo discorso. Napolitano è una garanzia», dirà alla fine lasciandosi poi scappare un «sì» davanti ai cronisti che gli chiedono se ha apprezzato le celebrazioni.

Il Senatur: Lega assente? Invece ci sono io
Insomma, il leader della Lega non si sottrae alle domande nemmeno quando lo si interpella sulle defezioni del Carroccio ai festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia. «Lega assente? Invece ci sono io», taglia corto per nulla spazientito. Anzi, il Senatur risponde pure sui fischi a Berlusconi durante le celebrazioni. «Peggio per lui». Bossi appare in forma e scherza con la stampa anche sulla coccarda tricolore appuntata sulle giacche di molti parlamentari.«È Calderoli l'uomo delle coccarde. Io le uso nel periodo di Natale...».

La provocazione di Borghezio: inno sfigatello
Almeno a Montecitorio, dunque, la Lega sembra aver optato per la dimensione di partito di governo anche se si fanno notare i forfait dei due capigruppo, Marco Reguzzoni e Federico Bricolo (ci sono invece il sottosegretario Sonia Viale e Sebastiano Fogliato). Fuori dai palazzi romani, però, il Carroccio non indietreggia e continua la sua sfida ai 150 anni dell'Unità d'Italia. E basta vedere oggi la prima pagina della Padania, l'organo ufficiale del Carroccio, per capire che aria tira dalle parti di via Bellerio. «Festeggiamo l'addio ai parassiti, uniti nel federalismo», con tanto di dossier interno sugli sprechi dell'Italia unita, che un gruppo di leghisti a Gorizia sceglie di distribuire polemicamente tra i cittadini. Ad accendere gli animi ci pensa poi anche l'europarlamentare della Lega, Mario Borghezio, che prima dà dello «sfigatello» all'inno di Mameli e poi inanella un'altra delle sue provocazioni. «Il destino, il vento della storia porterà a due Italie. Il Belgio docet. Il Belgio non è lontano. Le esigenze della storia e dell'economia imporranno due nazioni. Gli italiani saranno i nostri migliori vicini di casa».

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