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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2011 alle ore 15:28.

"L'emergenza continuerà per molto tempo, il peggio potrebbe ancora arrivare". Questa la previsione di Michael Allen, che ha guidato per 14 anni i programmi sulla sicurezza dei reattori dei Sandia National Labs nel deserto del Nuovo Messico, dove metteva in atto in ambiente controllato gli incidenti più gravi, compresa la fusione del nocciolo, per studiarne le dinamiche.
Come potrebbe evolversi la situazione?
"Le esplosioni dell'idrogeno a contatto con l'aria, che hanno fatto saltare la copertura esterna dei reattori, non sono un problema grave, erano ampiamente prevedibili. Quella che mi preoccupa di più, invece, è l'esplosione del 15 marzo. Questa dev'essere interna al reattore ed è successa, probabilmente, quando parte delle barre esposte si sono fuse e sono colate nel bacino d'acqua sottostante".
Cosa può essere successo?
"Quando accade questo, si sviluppa una massiccia esplosione di vapore, che crea una pressione estremamente alta nella camera interna del reattore. Ho fatto spesso degli esperimenti di questo tipo e se il nocciolo fuso cola nell'acqua, esplode sempre".
Subito dopo la pressione è calata bruscamente...
"Esatto. In più, si è impennato il livello delle radiazioni all'esterno. Questo avallerebbe l'ipotesi che la camera di contenimento del reattore sia stata danneggiata o addirittura fessurata e stia rilasciando la radioattività interna".
Cosa ci aspetta in seguito?
"Se i tecnici giapponesi non riescono a trovare un modo per raffreddare il nocciolo dei tre reattori in avaria, il livello di radiazioni continuerà a salire e sarà sempre più pericoloso avvicinarsi e condurre le operazioni di raffreddamento. E' un circolo vizioso. Questi processi possono durare molto tempo, anche per mesi, molto più a lungo di quanto la gente si aspetti. Nel corso del tempo, reazioni analoghe potrebbero scatenarsi in tutti e sei i reattori, se non si riprende in mano il controllo della situazione".
La peggiore delle ipotesi?
"Se non riusciranno a pompare abbastanza acqua fredda nei reattori, tutto il nocciolo fuso colerà nel bacino d'acqua che sta sul fondo della camera interna. Il calore del nocciolo farà bollire e poi evaporare tutta l'acqua. Si depositerà sul fondo di acciaio del bacino e se è ancora molto caldo lo bucherà, cadendo nel bacino sottostante, che sta sul fondo della camera di contenimento di cemento".
Un'altra esplosione?
"Qui ci sarà sicuramente un'altra esplosione. L'acqua di questo bacino sarà fredda e l'improvviso contatto con il contenuto del reattore ad altissima temperatura può causare un'esplosione molto potente, quasi come una bomba. Con un'esplosione di questo tipo, è probabile che la camera di contenimento di cemento si fratturi e da qui potrebbe uscire all'esterno una nuvola molto radioattiva".
Conseguenze?
"Simili a quelle di Chernobyl. In questo caso, c'è solo da sperare che il vento spinga la nuvola verso Est e il vapore radioattivo si disperda sul Pacifico. Se incece i venti dovessero spingere la nube radioattiva verso Sud, il rischio è che raggiunga Tokyo, con i suoi 13 milioni di abitanti. In quel caso le conseguenze sarebbero ben più gravi di Chernobyl".
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