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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2011 alle ore 18:33.
L'Italia cala fino quasi a eclissarsi, la Scozia tiene e migliora nel secondo tempo, ribaltando il punteggio e finendo per vincere con uno scarto piuttosto consistente (21-8). Per gli azzurri significa ultimo posto nel Sei Nazioni 2011: infatti, con il successo odierno i padroni di casa hanno raggiunto in classifica Parisse e compagni, terminando quinti grazie alla migliore differenza punti.
Pomeriggio triste, a Murrayfield, soprattutto perché il primo tempo aveva lasciato buone sensazioni. Non solo avevamo concluso in vantaggio, sull'8-6, ma la gara sembrava bene indirizzata. C'erano i segnali di un crescendo che invece nella ripresa si è completamente smorzato. Al punto che la squadra di Nick Mallett non ha più mosso il proprio tabellino negli ultimi 50 minuti di gara. Casualmente, gli ultimi punti sono venuti alla mezz'ora, con un calcio di Mirco Bergamasco, appena prima dell'uscita per infortunio di Andrea Masi. Senz'altro la perdita del giocatore aquilano è stata grave: oltretutto, a lui si deve l'unica meta azzurra, arrivata dopo una decina di minuti, al termine di una bella azione collettiva conclusa con un break imperioso (e Bergamasco colpiva il palo sul tentativo di trasformazione). Ma la rinuncia a un uomo solo - sia pure importante come Masi, che è stato il metaman anche nell'"inaudita" vittoria sulla Francia sette giorni prima - non può fornire alibi né reali spiegazioni.
La verità è che, almeno oggi pomeriggio, la Scozia ha trasformato in vantaggi una serie di possibili punti deboli. La squadra era uscita fisicamente malconcia dallo scontro con l'Inghilterra, ma è stata confermata per 14/15 e si è dimostrata più fresca, anche mentalmente, di un'Italia che ha fatto ricorso al turnover. Pure in attacco Kellock e soci hanno rivelato una maggiore efficacia, riuscendo a gestire più fasi di gioco senza commettere errori, mentre le offensive dell'Italia si infrangevano prima o poi su qualche sbaglio o sulla capacità avversaria di rubare la palla. Sapevamo, poi, di avere problemi in touche (cinque i palloni rubati su nostro lancio), ma potevamo sperare di far male in mischia chiusa: e invece anche qui non siamo riusciti ad avere la meglio, anzi.
La Scozia, in sostanza, ha fatto sua la partita appena rientrata in campo dopo l'intervallo. Ghiraldini era prodigioso a fermare Sean Lamont, protagonista di un contrattacco su un pallone perso dall'Italia. Ma le due mischie successive funzionavano da piattaforma per il break trasversale di Jackson, che serviva Nick De Luca, pronto a segnare la meta vicino alla bandierina. Al quarto d'ora la replica di Walker: azione lunga degli scozzesi che i nostri sembravano in grado di controllare, ma il trequarti-ala metteva fiuto e potenza in un assolo che lasciava indietro due-tre avversari. Paterson trasformava la seconda meta e poco prima del 30' infilava anche un piazzato per il 21-8 definitivo. Poi si toglieva la soddisfazione di effettuare un placcaggio eccellente su Mc Lean a tre minuti dalla fine: per l'Italia la fuga da 50 e più metri dell'oriundo australiano è stata l'unica vera occasione da meta in tutto il secondo tempo. Troppo poco.
LA PARTITA
Scozia-Italia 21- 8 (primo tempo 6-8). Per la Scozia: 2 mete (De Luca, Walker); 3 calci piazzati (Paterson), 1 trasformazione (Paterson). Per l'Italia: 1 meta (Masi), 1 calcio piazzato (Mirco Bergamasco). Calci fermi: Paterson 4 su 6; Mirco Bergamasco 1 su 3
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