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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2011 alle ore 20:14.

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«Gli Stati Uniti rispettano in pieno la risoluzione 1973 dell'Onu. Lo ha detto Barack Obama nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Santiago del Cile, dove il presidente degli Stati Uniti è in visita ufficiale. «Il modo in cui gli Usa hanno preso la leadership» delle operazioni contro la Libia «garantisce la legittimità internazionale» in questo momento, h aggiunto il presidente. Quanto alla Nato «verrà coinvolta nel coordinamento» delle future operazione in Libia e al momento opportuno «lascerò al capo di Stato maggiore delle Forze Armate Mike Mullen decidere quali saranno per noi i dettagli».

Nella seconda fase militare contro la Libia, poi, quella di transizione, gli Stati Uniti, «saranno uno dei partner tra i tanti della coalizione». Il passaggio alla seconda fase dovrebbe essere rapido, secondo quanto prospettato da Obama. «Voglio sottolineare il fatto che sarà una questione di giorni, non di settimane». Poco prima il segretario della Difesa Robert Gates, in visita a San Pietroburgo, aveva dichiarato: «Sebbene abbiamo svolto un rilevante ruolo nei primi due o tre giorni mi aspetto che recederemo molto presto ad un ruolo di sostegno, mentre altre nazioni assumeranno una significativa porzione dell'onere di imporre la no-fly zone. E il presidente», ha ricordato il segretario alla Difesa riferendosi a Barack Obama, «ha messo ben in chiaro che gli Stati Uniti non avranno alcuna forza in Libia, sul suolo libico».

Sul futuro di Gheddafi, infine, Obama è stato netto. La politica degli Stati Uniti è che il Colonnello «deve andare via». La risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza Onu «si concentra specificamente sulla minaccia umanitaria che il Gheddafi rappresenta per il suo popolo», ha detto Obama, dunque «noi ci assicureremo di rispettare quel mandato». Tuttavia «abbiamo una vasta gamma di opzioni in aggiunta a quella militare per raggiungere l'obiettivo».

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