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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2011 alle ore 15:55.

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I manifestanti minacciano l'intifada, Damasco rilascia oltre 200 prigionieri politici. Nella foto un fermo immagine di un video postato su YouTube, un manifestante distrugge una manifesto del presidente siriano Hafez al-Assad (AFP Photo)I manifestanti minacciano l'intifada, Damasco rilascia oltre 200 prigionieri politici. Nella foto un fermo immagine di un video postato su YouTube, un manifestante distrugge una manifesto del presidente siriano Hafez al-Assad (AFP Photo)

Due persone sono state uccise e altre due ferite da cecchini non identificati nella città costiera di Latakia a nord-ovest di Damasco, ha dichiarato un responsabile siriano. «Cecchini hanno sparato su passanti a Latakia uccidendo due persone e ferendone altre due», ha detto la fonte che ha chiesto l'anonimato. Nel Sud del Paese, manifestanti hanno incendiato una stazione di polizia e una sede del partito di regime Baath, nel dodicesimo giorno della contestazione senza precedenti contro il regime.

Intanto continua ad essere altissima la tensione a Deraa, 100 chilometri a sud di Damasco, città frontaliera con la Giordania divenuta da una settimana il fulcro della sfida al regime di Bashar al Assad. Centinaia, se non migliaia, di persone si sono riunite per l'ennesima giornata di proteste nella piazza principale della città siriana, scandendo slogan inneggianti alla libertà. Intanto, in un villaggio vicino, Tafas, sono stati messi a fuoco il quartier generale del partito di governo, il Baath, e un commissariato, nel corso dei funerali di un manifestante ucciso venerdì. Amnesty International ritiene che siano almeno 55 le persone rimaste uccise nelle proteste anti-regime che si susseguono da una settimana a Deraa, ma secondo alcune fonti mediche citate da Al Jazira le vittime sarebbero molte di più, ben 150.

Per cercare di placare le proteste le autorità di Damasco hanno liberato 260 prigionieri politici, detenuti nel carcere di Saydnaya, per lo più esponenti di movimenti islamici. Giovedì, inoltre, il regime di Bashar al Assad aveva annunciato anche una serie di riforme per promuovere la libertà nel paese, ma queste promesse non sono servite a calmare i dimostranti. Ancora oggi sono state convocate in Rete rivolte popolari antigovernative: un gruppo Facebook, nato a supporto dei rivoltosi e che conta già 86 mila fan, ha annunciato che "l'intifada é appena cominciata" e che l'obiettivo degli insorti é "la libertà".

Questa mattina l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navy Pillay, ha esortato la Siria «a trarre insegnamenti dai recenti avvenimenti in Medio Oriente e nel Nord Africa, che dimostrano chiaramente che la repressione violenta delle proteste rischia di creare una spirale di rabbia e di violenza». In Siria, dal 1963, vige una legge di emergenza che mette al bando tutte le manifestazioni pubbliche.

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