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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2011 alle ore 19:33.
Qualcuno come Arturo Iannaccone, esponente della mini-corrente di Noi Sud tra i Responsabili, ne fa un problema di posti. «La nostra collocazione in aula - dice - non è né razionale né flessibile. Siamo divisi in due, separati dal resto dei colleghi della maggioranza di cui facciamo parte». Mentre l'ex Idv, Domenico Scilipoti vorrebbe rimandare indietro il nastro. «Ci vuole una situazione simile a quella del14 dicembre in grado di rimettere in movimento l'acqua stagnante in cui ci si è arenati dicendo sempre le stesse cose».
L'ultimatum di Sciilpoti: o si fa politica o io e Cesario usciamo dal gruppo
Non parla di poltrone o di spazi politici Scilipoti, ma il nodo dei rapporti tra la maggioranza e i Responsabili resta sempre lo stesso: quel pacchetto di 4-5 posti tra viceministri e sottosegretari che il premier ha promesso da tempo alla nuova pattuglia parlamentare e che tarda ad arrivare. Così i segnali di insofferenza in aula si moltiplicano. «Noi vogliamo fare politica - è la minaccia di Scilipoti - e se non si fa politica io e Cesario siamo pronti anche a uscire dal gruppo dei 29 e decidere di volta in volta come comportarci». Anche se poi, quando si interpella Bruno Cesario, passato per il Pd e poi per l'Api, i toni cambiano decisamente. «Non faremo mai mancare il nostro sostegno al governo, le assenze sono fisiologiche e quando la questione è seria come oggi noi siamo tutti in aula (dove è ripreso l'esame del processo breve, ndr)». Anche se poi la maggioranza è andata di nuovo sotto stamattina alla Camera sul resoconto della seduta di ieri.
Sardelli assicura: non ci saranno imboscate alla Camera
Stavolta, però, viste le numerose assenze nei banchi del Pdl, nessuno ha puntato il dito contro i Responsabili. «Chi ci ha accusato l'altro giorno (quando il centro-destra è stato battuto su un emendamento alla legge che disciplina l'edilizia, ndr) avrebbe dovuto guardare alle 50 assenze nel Pdl - si infervora tutto d'un colpo Cesario -. Dei 10 mancanti tra di noi quattro erano in missione e gli altri bloccati da malattia». Dunque nessuno scivolone premeditato né prima né per il futuro. «Non ci saranno imboscate parlamentari - spiega il capogruppo Luciano Sardelli - stiamo definendo un percorso politico e la prossima settimana presenteremo il nostro programma». Per l'esattezza, lo faranno mercoledì quando a Milano si aprirà il processo che vede imputato il premier di concussione e prostituzione minorile.
Sui nomi in corsa per il rimpasto non mancano le divisioni
Insomma, i Responsabili ribadiscono ufficialmente la loro fedeltà a Silvio Berlusconi ma c'è maretta per il rimpasto in stand-by anche se si minimizza. «Con tutte le emergenze che assillano il premier - racconta a microfoni spenti uno di loro - il rimpasto non è una priorità nell'immediato. Un giorno o una settimana in più non è un problema perché la strada è già stata tracciata durante la cena a Palazzo Grazioli con il presidente del Consiglio». Che ha chiesto ai Responsabili due settimane di tempo per riempire le caselle vuote e soddisfare le richieste. In palio ci sono 4-5 posti per 5 Responsabili ma sui nomi non mancano le divisioni. Soprattutto dentro Noi-Sud dove non c'è accordo su chi proporre per la carica di sottosegretario tra Elio Belcastro e Antonio Milo. Per non dire delle piccole fibrillazioni tra gli ex Fli dove in pole per un sottosegretariato c'è Catia Polidori. O ancora dei mal di pancia verso gli ex Udc, che ruotano attorno al neoministro Saverio Romano, accusati di aver giocato «una partita solitaria» senza pensare al bene del gruppo. Che intanto attende, per dirla con Scilipoti, «un gesto dirompente». Berlusconi è avvisato.
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