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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2011 alle ore 20:18.

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Berlusconi alle prese con la grana rimpasto e intanto i responsabili fanno tremare la maggioranzaBerlusconi alle prese con la grana rimpasto e intanto i responsabili fanno tremare la maggioranza

Il loro capogruppo a Montecitorio, Luciano Sardelli, minimizza. «Non c'è alcuna fretta. A noi non interessano le poltrone. Al governo si va con idee chiare e un progetto politico». Ma, a giudicare dal nuovo stop incassato oggi dalla maggioranza, battuta in aula su un emendamento del Pd al provvedimento che disciplina l'attività edilizia, il premier deve rapidamente chiudere la partita del rimpasto. Perché le assenze dei responsabili sono tutti messaggi inviati all'indirizzo di Silvio Berlusconi. Il nodo è sempre lo stesso: i 4-5 ingressi nel governo promessi dal Cavaliere e rimasti finora lettera morta.

Tra i responsabili si moltiplicano i mal di pancia e le divisioni
Così tra le fila del plotoncino parlamentare cresce l'insofferenza che va a sommarsi alle divisioni esistenti tra le varie anime dei responsabili. A cominciare dalla componente del capogruppo Sardelli, Noi Sud, dove ci si divide tra chi sostiene la corsa di Antonio Milo per un posto da sottosegretario e chi invece propende per il calabrese Elio Belcastro. Per non parlare poi del mal di pancia dell'ex notista politico del Tg1, Francesco Pionati, al quale da tempo è stata promessa una poltrona.

Rinviato l'incontro di oggi tra Verdini e una delegazione di Ir
Insomma la situazione rimpasto, i cui tempi sono assolutamente incerti, vista l'urgenza di altri dossier, a cominciare da Lampedusa, rischia di creare non pochi problemi a Berlusconi. Tanto più che l'incontro fissato per oggi tra il coordinatore del Pdl, Denis Verdini, e una delegazione di Iniziativa responsabile (Ir) è stata rinviato, forse al fine settimana. In vista del possibile voto dell'aula sul conflitto d'attribuzione nel caso Ruby (mercoledì 30 marzo Gianfranco Fini dovrebbe concedere disco verde alla richiesta della maggioranza), il premier deve però sbrogliare al più presto la matassa per evitare che nuove assenze pregiudichino l'esito della sua partita con i giudici di Milano.

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