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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2011 alle ore 19:30.

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Bisignani racconta ai pm cosa fece dei 4 miliardi della vicenda EnimontBisignani racconta ai pm cosa fece dei 4 miliardi della vicenda Enimont

«Un miliardo e mezzo lo utilizzai nel 1991 per acquistare le case dal Salini e gli altri 3 miliardi circa furono quelli dell'operazione 'Codepamò che io, tramite la Tucci (la commercialista Stefania Tucci, ndr), volevo far rientrare dall'estero». Così l'uomo d'affari ed ex giornalista Luigi Bisignani spiega al pm di Napoli Henry John Woodcock come impiegò i circa «4 miliardi» di lire ottenuti dai Ferruzzi e per i quali venne condannato per appropriazione indebita nell'ambito dell'inchiesta sulla maxi-tangente Enimont. Ovvero, la madre di tutte le tangenti.

L'interrogatorio, svoltosi lunedì scorso e secretato dai magistrati che coordinano l'inchiesta sulla cosiddetta P4, in cui Bisignani è uno degli indagati, è stato acquisito dai pm titolari di un altro procedimento in cui sia la Tucci (ex moglie dell'ex ministro Gianni De Michelis), sia Bisignani, risultano indagati per riciclaggio. Ieri è stato depositato.

Bisignani comincia con il parlare delle sue proprietà immobiliari, in particolare di «4 case di via Trionfale», a Roma, che «sono state acquistate nel corso del 1991 senza che il rogito venisse perfezionato perchè nel frattempo vi fu la vicenda Enimont; voglio dire che tali case vennero in parte da me acquistate con i CCT (del valore di un miliardo e mezzo) datimi dalla famiglia Ferruzzi, a mio avviso, per l'attività da me svolta in Ferruzzi, ma che tuttavia sono stati oggetto di un processo che mi ha visto condannato con sentenza passata in giudicato per appropriazione indebita».

«Sarò più preciso», dice Bisignani al pm. «Nel 1991 diedi un anticipo al venditore Simone Salini e poi, una volta conclusa la vicenda Enimont, nel 1996 versai il saldo allo stesso Salini; mi riservo di comunicarvi gli importi precisi. Credo che i Ferruzzi mi liquidarono tre o quattro miliardi di buona uscita. Non ricordo se pagai le tasse su tale buona uscita. Insomma nel 1996 fu formalmente perfezionata la compravendita già in realtà sostanzialmente conclusa molto prima». Quell'anno, ha spiegato Bisignani, «ho acquistato il cpaitale della 'Antey' dei Salini che aveva la proprietà dei menzionati quattro immobili».

Riguardo ai suoi «rapporti di amicizia» con la commercialista Tucci, Bisignani ha detto che sono cominciati «nel 1999-2000»: «nel 2001 io avevo la necessità di far rientrare alcuni capitali dall'estero e siccome ci fu lo scudo fiscale la Tucci mi propose una operazione che doveva passare attraverso la società Codepamo».

«Nel 2001, dunque - ha continuato Bisignani - la Codepamo acquistò le azioni dell'Antey (che io avevo acquistato dai Salini)». All'uomo d'affari il pm ha poi chiesto dei suoi conti all'estero: «Escludo - ha risposto Bisignani - di avere mai avuto un conto sulla Arner Bank delle Bahamas; io ricordo di avere avuto un conto sulla Bruxelles & Lambert in Svizzera».

A questo punto il pm insiste. «Mi chiedete presso quale banca io avevo accantonato le somme che avevo all'estero; vi rispondo - ha detto Bisignani - che mi sembra di ricordare che la Banca sia la Bruxelles & Lambert in Svizzera. Non ricordo di avere avuto disponibilità su conti della Arner Bank Svizzera o delle Bahamas. Anche l'operazione IB Brakes fu fatta dalla Tucci». «Mi chiedete - ha continuato l'ex giornalista - se io abbia preso i soldi dell'operazione IB Brakes dallo stesso conto dal quale furono prelevati i soldi utilizzati per l'operazione Codepamo. Preciso che tali somme erano sempre comprese nei 4 miliardi che io ho ricevuto dai Ferruzzi e che sono stati oggetto del processo per il quale sono stato condannato per appropriazione indebita».

Ma la Tucci ne conosceva la provenienza? «Non ci fu bisogno di spiegare alla Tucci la provenienza di tali somme - ha risposto Bisignani - dal momento che la vicenda Enimont che mi ha visto protagonista e il relativo processo era fatto notorio e noto a tutti, e tanto più per la Tucci che era una mia amica, peraltro. Non ricordo - ha concluso l'ex giornalista - se il conto presso la banca Bruxelles & Lambert fu un conto aperto su suggerimento della Tucci o un conto del quale disponevo in precedenza». (Ansa)

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