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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2011 alle ore 06:40.

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Saranno ospitati da tutte le Regioni e poi potranno circolare col salvacondotto del permesso temporaneo di soggiorno in tutti gli Stati dell'area Schengen. Non più clandestini da rinchiudere in tendopoli e recinti, ma immigrati muniti dello status di rifugiati per motivi umanitari sotto l'ala della Protezione civile. Nella «cabina di regia» di ieri a palazzo Chigi, Governo, Regioni ed enti locali hanno riscritto e sottoscritto l'accordo del 30 marzo scorso, limandolo nella notte, nei fatti accogliendo tutte le perplessità di sempre dei governatori.

Le spese dell'intera operazione passeranno attraverso un finanziamento «adeguato e capiente» presso la Protezione civile. Ma per i governatori dev'essere chiaro: non si potrà chiedere loro di applicare la «tassa sulle calamità naturali» nata pochi mesi fa col varo del decreto legge milleproroghe.
«Il giro di giostra tocca a tutti»: è stato per primo Enrico Rossi (Pd), governatore della Toscana, lasciando l'incontro a palazzo Chigi, a mettere in chiaro almeno la parte politica più sensibile del vertice sugli immigrati: le resistenze infine superate dei governatori leghisti, soprattutto dopo gli accordi raggiunti l'altro ieri con la Tunisia dal loro ministro degli Interni, Roberto Maroni. Ma «è prevalsa la linea del dialogo», ha commentato il ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto.
Il decreto del Governo per concedere il permesso di soggiorno temporaneo agli immigrati arriverà a ore. Intanto l'accordo firmato ieri – che significativamente sarà presentato insieme da tutte le parti al presidente Napolitano – sancisce che «tutte le istituzioni della Repubblica» si impegnano a risolvere insieme «l'emergenza umanitaria con spirito di leale collaborazione e solidarietà».

Primo punto dell'accordo è l'impegno del Governo ad attivarsi con l'Ue per attuare la direttiva 55 del 2011 che permette il passaggio degli immigrati con permesso temporaneo di soggiorno nei paesi dell'area Schengen. A chi lo chiederà sarà concesso il permesso temporaneo di soggiorno (art. 20 della Bossi-Fini). Il piano sarà presentato entro dieci giorni e marcerà per step di attuazione secondo il criterio «dell'equa distribuzione», vale a dire tenendo conto del numero degli abitanti di ciascuna Regione, Abruzzo escluso. Non più solo Sud, insomma.
Non a caso ieri le Regioni hanno chiesto di avere la massima certezza sui numeri, sui costi e sui tempi dell'intera operazione. Intanto dovranno essere "scremati" gli immigrati cui concedere il permesso temporaneo di soggiorno, escludendo quanti hanno precedenti penali, che verranno rimpatriati nei loro Paesi. Ma tutto ciò non potrà avvenire in tempi brevi. Intanto, chi è evaso dal carcere, chi ha precedenti per violenze, sarà trattenuto nei Cie fino all'identificazione, poi espulso. Per tutti gli altri, inclusi gli attuali profughi politici, dovranno essere allestite situazioni di alloggio sicure e civili e non le attuali tendopoli, con un servizio di accoglienza e assistenza seguito d'intesa da Protezione civile, Regioni ed enti locali.

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