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Questo articolo è stato pubblicato il 08 aprile 2011 alle ore 13:07.

Allo studio con Parigi programmi di rimpatrio volontario
«Sulla questione che ha determinato polemiche sulla libera circolazione si applicano le regole di Schengen e gli accordi bilaterali Italia-Francia secondo le regole che ci sono», ha commentato Maroni. Le autorità francesi sono libere di verificare, in rapporto di leale collaborazione. Tutte le questioni potranno essere risolte». Maroni ha anche spiegato che è allo studio con la Francia l'attuazione «di programmi di rimpatrio volontario, nel corso della durata del permesso di soggiorno temporaneo, o di rimpatrio al termine del permesso stesso».
Scafisti gettono in mare 40 tunisini, in 600 dalla Libia a Lampedusa
Quaranta tunisini sono stati gettati in mare dagli scafisti che pilotavano il loro barcone, nel tentativo di fuggire alla Guardia costiera che aveva intercettato il natante a poca distanza dall'isola di Pantelleria (Trapani). I migranti sono stati soccorsi, mentre due motovedette si sono messe all'inseguimento del barcone che è stato raggiunto dopo tre miglia. Arrestati i tre scafisti. In serata una vecchia nave, con a bordo centinaia di migranti che secondo una prima stima sarebbero circa 600, è attraccata al molo di Lampedusa. L'imbarcazione era stata avvistata un paio di ore prima a una ventina di miglia dall'isola ed è poi stata scortata in porto dalle motovedette della Capitaneria di Porto e della Guardia di Finanza. La nave proverrebbe dalla Libia.
La Liguria a Maroni: da noi non più di 1.400 tra profughi e immigrati
Anche se il piano profughi è diventato un piano di accoglienza più ampio che comprende gli immigrati tunisini, in Liguria il nostro obiettivo rimane quello di accogliere non più di 1400 persone tra profughi e immigrati tunisini». Lo ha detto questa mattina, a margine del Consiglio regionale, l'assessore alle politiche sociali e coordinatrice del piano per la Liguria, Lorena Rambaudi, facendo il punto sulla situazione riguardante i profughi e gli immigrati tunisini. Netta la sua posizione sulle dichiarazioni rese ieri dal ministro Maroni alla Camera circa la possibilità di aumentare il numero degli immigrati nel centro di accoglienza di Ventimiglia. «Questo non corrisponde - ha detto Rambaudi - ai desiderata del territorio, bisogna agire con equilibrio».
Le accuse di Malta all'Italia
Il governo maltese accusa l'Italia di non aver rispettato gli obblighi umanitari, legali ed internazionali. Il ministro dell'Interno maltese, Carmelo Mifsud Bonnici, in una conferenza stampa, ha infatti duramente criticato la decisione italiana di negare l'entrata nel porto di Lampedusa di una motovedetta maltese che aveva appena salvato 170 immigrati in fuga dalla Libia. Gli immigrati soccorsi a largo di Lampedusa, secondo il ministro maltese, dovevano essere portati al porto più vicino e sicuro, secondo quanto previsto dalle leggi internazionali. «Non capiamo perché l'Italia non comprende questa legge», ha detto Misfud Bonnici, aggiungendo che la motovedetta maltese era a otto ore di distanza da La Valletta e meno di due ore da Lampedusa. «Ci hanno detto - ha aggiunto - che Lampedusa era sovraffollata e che era sprovvista di medicine e cibo mentre noi abbiamo saputo che c'erano soltanto 84 immigrati sull'isola». Misfud Bonnici si è detto poi deluso di una mancata telefonata del ministro dell'Interno Roberto Maroni che - ha spiegato - ieri gli aveva preannunciato di chiamarlo. Intanto è stato chiarito che l'intervento di soccorso della motovedetta maltese nel canale di Sicilia ha riguardato solo un barcone, con a bordo 170 persone, e non due come inizialmente sembrava.
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