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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2011 alle ore 13:12.

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Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al vertice informale dei Capi di Stato dell'Arraiolos Group "Uniti per l'Europa", 9 aprile 2011 (ANSA / ANTONIO DI GENNARO)Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al vertice informale dei Capi di Stato dell'Arraiolos Group "Uniti per l'Europa", 9 aprile 2011 (ANSA / ANTONIO DI GENNARO)

In Europa «è necessario e possibile parlare con una sola voce anche sui temi dell'immigrazione e sul diritto d'asilo». Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, durante la conferenza stampa del gruppo di Arraiolos che ha riunito nove capi di Stato a Budapest, è intervenuto sul tema dell'immigrazione. L'emergenza «va affrontata con precise posizioni sull'interpretazione delle regole di Schengen», ha aggiunto Napolitano che stamattina ha incontrato a Budapest l'omologo tedesco Christian Wulff: una breve conversazione proprio sul tema degli sbarchi a 24 ore dalle critiche giunte da Berlino sui permessi umanitari rialsciati dall'Italia.

«L'afflusso dal Nord Africa non è un problema solo italiano»

Napolitano ha sollecitato l'Europa ad affrontare unita le sfide dei prossimi anni. «Non abbiamo molto tempo per rinnovare e riaffermare il ruolo dell'Unione europea nel mondo» ha detto introducendo la terza sessione plenaria del vertice informale di nove capi di Stato a Budapest (oltre a Italia e Ungheria, Germania, Polonia, Austria, Portogallo, Finlandia, Lettonia e Slovenia). Sulla strategia di crescita europea detta «Eu2020», Napolitano ha detto: «Il 2020 è dietro l'angolo. Occorre affrontare nuove e complesse sfide con autentico spirito europeo evitando meschinità nazionali e illusioni di autosufficienza». Quattro le sfide indicate da Napolitano: immigrazione e integrazione, stabilità, ritorno alla crescita e sicurezza comune.

Il presidente ha sottolineato il «necessario chiarimento» da dare alla normativa Ue sul tema dell'immigrazione e che l'afflusso di immigrati in questi giorni sulle coste italiane «non è solo un problema italiano ma europeo». Napolitano ha sottolineato un implicito riferimento alle discussioni di questi giorni tra Governo italiano e di altri paesi Ue, che «un punto di convergenza può essere trovato ed è già stato trovato». Una prospettiva che il prossimo consiglio di ministri Ue della Giustizia e degli Affari interni - ha poi aggiunto Napolitano - «spero dimostrerà».

Il pessimismo del tedesco Wulff

L'intervento del capo dello Stato italiano arriva a poche ore dai contrasti fra i Paesi europei sull'emergenza emigrazione nata dalle rivolte in Nord Africa. Dopo che Francia e Italia avevano trovato un accordo per il pattugliamento delle coste tunisine, ieri è intervenuta la Germania che ha definito «contrari allo spirito di Schengen» i permessi temporanei umanitari concessi dall'Italia. Il presidente della Germania non è però perfettamente in linea con Giorgio Napolitano e il presidente sloveno Danilo Tuerk . «Tendo a essere leggermente pessimista - ha detto il giovane presidente - sulla possibilità che l'Unione europea parli presto con una sola voce su queste materie». Wulff ha invece puntato l'attenzione sulle politiche di cooperazione allo sviluppo. «Il primo passo è parlare con una voce sola sugli aiuti ai paesi di origine degli immigrati».

Maroni a Bergamo: Ue solidale solo a parole

Nelle stesse ore, in Italia, Roberto Maroni è tornato a criticare l'atteggiamento dell'Ue nella gestione dell'emergenza immigrati dopo le rivolte in Nordafrica, sostenendo che, solidale a parole, Bruxelles non dimostra di esserlo, quando ce n'è bisogno. Elogiando lo «spirito di solidarietà» dimostrato dalla Protezione Civile Italiana durante un incontro con i volontari della provincia di Bergamo, il ministro dell'Interno ha sostenuto che è proprio questo «spirito di pronto intervento verso chi è in difficoltà» quello che «manca un po' a livello europeo. L'Europa si fa vanto di grandi principi - ha attaccato - poi, quando c'è bisogno di dimostrare solidarietà, questo non avviene». Il titolare del Viminale ha poi elogiato il «modello italiano» e l'esempio della Protezione civile. «Quando qualcuno è in difficoltà noi lo aiutiamo - ha osservato - non diciamo a quelli dell'Aquila: noi siamo di Bergamo, sono affari tuoi». «È un esempio - ha proseguito - che vogliamo portare in Europa e in tutto il mondo», un «sistema di eccellenza che tutti ci riconoscono». Maroni non ha invece voluto rispondere alle domande sulla posizione espressa dalla Germania. Maroni si è limitato a ribadire che lo spirito di solidarietà dimostrato dalla Protezione civile italiana «manca in Europa» e dovrebbe esser più diffuso.

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