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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2011 alle ore 10:37.

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Obama, Cameron, Sarkozy scrivono: Libia senza futuro con GheddafiObama, Cameron, Sarkozy scrivono: Libia senza futuro con Gheddafi

E' «impossibile immaginare che la Libia abbia un avvenire con Gheddafi». Lo afferma un messaggio congiunto, pubblicato su quattro quotidiani, di Barack Obama, David Cameron e Nicolas Sarkozy, i quali ribadiscono la necessità di continuare le operazioni militari per accelerare la fine del regime del Colonnello e permettere una transizione in Libia.

«Non si tratta di deporre Gheddafi con la forza. Ma non é possibile immaginare che la Libia abbia un futuro con Gheddafi. E' impensabile che qualcuno che ha voluto massacrare il suo popolo giochi un ruolo nel futuro governo libico» scrivono i tre leader, precisando che «qualsiasi compromesso che lo lasciasse al potere» sarebbe un «tradimento» nei confronti del popolo libico. Intanto a Berlino prosegue il vertice della Nato sulla Libia. Dopo i colloqui di ieri, tuttavia, pare che nessun altro paese sia intenzionato a partecipare attivamente ai raid.

La figlia Aisha contro le dimissioni
Le dimissioni di Muammar Gheddafi sarebbero «un insulto al popolo libico». Così ha replicato la figlia del Colonnello, Aisha (laurea alla Sorbona e professore di diritto) , in una breve dichiarazione dalla residenza del padre a Tripoli, davanti a centinaia di giovani sostenitori del regime: «Volete uccidere mio padre con il pretesto di proteggere i civili? Dove sono i civili? Si tratta di quelli che imbracciano le mitraglie, gli Rpg e le bombe?». ha chiesto Aisha, in riferimento ai ribelli armati che combattono contro le forze rimaste fedeli a Gheddafi.

Ieri la tv di stato libica ha trasmesso immagini di Gheddafi per le strade della capitale, Tripoli, poco dopo un raid aereo dellaa Nato contro la residenza del rais a Bab al-Aziziya. Gheddafi é apparso in un abito nero con la testa fuori dal tettuccio di una vettura in corsa, alzando le braccia in aria in segno di trionfo.

L'Italia: non bombarderemo la Libia, stiamo già facendo molto
Il Governo italiano non intende modificare la propria linea di condotta in Libia e ribadisce il suo no ai bombardamenti. È quanto emerso dalla riunione di oggi della cabina di regia sull'emergenza in Tunisia e in Libia. «Non modifichiamo il nostro apporto», ha confermato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, al termine della riunione. «Intendiamo proseguire come abbiamo fatto finora. L'intero Governo - ha insistito La Russa - è stato concorde nel ritenere che l'attuale linea dell'Italia sia quella giusta. Non riteniamo di modificare il nostro apporto alle operazioni militari in Libia». «L'Italia non è seconda a nessuno. Siamo tra i primi contributori», in Libia «stiamo facendo molto». La Russa ha respinto l'ipotesi di un maggior impegno sul fronte bellico. «Siamo stati il paese che ha evacuato più cittadini italiani e stranieri, abbiamo partecipato all'azione umanitaria con navi, abbiamo messo a disposizione, dopo la risoluzione Onu 1973, sette nostre basi con risorse non indifferenti. E, ancora - ha aggiunto - abbiamo messo a disposizione i nostri mezzi per l'embargo navale; 4 caccia, i 4 tornado anti-radar e gli aerei imbarcati sulle navi per l'embargo». Sulla questione si è espresso anche il presidente del Consiglio. La Libia,ha detto Berlusconi a palazzo Chigi durante il consiglio dei ministri,è una nostra ex colonia, c'è un legame tra il Paese nordafricano e l'Italia, e dunque gli aerei italiani non possono partecipare attivamente ai bombardamenti. Secondo quanto riferiscono fonti presenti, il premier avrebbe anche spiegato che l'Italia ha i titoli per dire di no alle richieste degli alleati: ci siamo presi il peso di fornire le basi, gli Ecr, i caccia, il supporto all'embargo navale, siamo in prima linea sul fronte umanitario. Insomma, avrebbe concluso Berlusconi, facciamo già abbastanza.

La Francia: si sta andando oltre la risoluzione Onu
Mentre la Russia ha chiesto un immediato cessate il fuoco delle operazioni in Libia, il ministro della Difesa francese, Gerard Longuet, ha ammesso oggi che «certamente» si sta andando oltre la risoluzione 1973 dell'Onu sulla Libia con l'articolo pubblicato da Barack Obama, Nicolas Sarkozy e David Cameron su alcuni grandi quotidiani internazionali in cui si afferma che è «impossibile immaginare che la Libia abbia un futuro con Gheddafi». «Si sta andando al di là della risoluzione dell'Onu?» è stato chiesto al ministro intervistato dalla tv francese LCI. «Al di là della risoluzione 1973 certamente - ha risposto Longuet - essa non parla del futuro di Gheddafi». «Credo però - ha aggiunto Longuet - che sia importante per le Nazioni Unite il fatto che tre grandi Paesi dicano la stessa cosa e forse un giorno il Consiglio di sicurezza adotterà una risoluzione».

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