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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2011 alle ore 17:53.
Rimediare al grosso guaio del buco di bilancio federale attraverso tagli seguendo la logica di «una prosperità condivisa attraverso sacrifici condivisi e responsabilità condivise». Il giorno dopo lo shock causato dal taglio dell'outlook sul debito americano, parla Barack Obama. Dovrebbe dedicarsi ad altri temi, ma la ferita sanguina ancora. E allora, non gli resta che prendere il toro per le corna.
«Tutti devono fare la loro parte - ha detto Obama - per tagliare il deficit», anche se gli Stati Uniti comunque «sono in una posizione più forte di altri paesi per gestire la sfida del bilancio». Il presidente, durante un incontro al Northern Virginia Community College di Annandale, ha poi sostenuto che un mancato accordo politico tra repubblicani e democratici «causerà seri danni all'economia». Secondo Obama il fallimento di un'intesa sul bilancio spingerebbe le banche a rincarare gli interessi sui prestiti. Il presidente ha aggiunto che per ridurre il deficit tutti devono fare sacrifici.
«Non sarà facile ma sono ottimista: sono fiducioso nel fatto che repubblicani e democratici troveranno un accordo sul piano di riduzione del deficit e del debito», ha detto Obama, sottolineando che a Washington ci sono molte lobby forti che «cercano di far ricadere sugli americani il costo della riduzione del deficit ma voi - ha osservato - siete ascoltati». Il presidente ha ribadito quindi la propria intenzione a lasciar scadere alla fine del 2012 gli sgravi fiscali per i più abbienti.
In effetti, entrando più nel dettaglio sulle linee per la politica di risanamento dei conti e mitigazione del deficit federale (qui il quadro in tempo reale, ndr), Obama ha detto: «Dobbiamo togliere i tagli alle tasse per i milionari americani: non vogliamo punire il successo, sia chiaro, ci sono dei giovani che magari vogliono diventare ricchi. tutti lo vogliamo, questa è una cosa buona, tutti vogliamo creare lavoro, questo è il sogno americano, ma tutti - ha ancora spiegato il presidente - dobbiamo fare dei sacrifici, anche i milionari devono fare dei sacrifici. Non possiamo semplicemente dire ai ricchi di rilassarsi e lasciare ad altri questo problema, soprattutto se a pagare sono gli anziani. Non possiamo dare l'opportunità alle compagnie d'assicurazioni di alzare i premi, magari per famiglie che hanno un figlio autistico. Questa non è un'offerta che gli americani ritengono giusta. Non importa a che partito apparteniate, siamo tutti uniti come paese».
Il 57% degli americani, tuttavia, non condivide le scelte del presidente sull'economia. Lo rivela un sondaggio Washington Post-Abc all'indomani del monito di S&P sui conti pubblici americani, e a circa un anno e mezzo delle elezioni presidenziali del novembre 2012, per le quali Obama ha già annunciato la ricandidatura. In realtà le indicazioni del sondaggio, con una percentuale di approvazione complessiva del 47% (in calo di sette punti da gennaio), sono meno catastrofiche di quello che sembra, ma solo perchè l'entusiasmo nei confronti dei (potenziali) avversari repubblicani di Obama è veramente scarso.
Soltanto Mitt Romney, ex governatore del Massachusetts, è sopra il 10% delle intenzioni di voto alla primarie, assestandosi al 16%. Il miliardario Donald Trump non va oltre l'8%, Mike Huckabee, ex governatore dell'Arkansas è al 6%, Sarah Palin, ex candidata vicepresidente supera a malapena il 5%. E tutti loro perderebbero nettamente contro Obama.
Non è una sorpresa: a preoccupare gli americani è soprattutto il prezzo della benzina, che mediamente si sta avvicinando ai 4 dollari a gallone, un livello che ad aprile non si vedeva da 20 anni a questa parte. Più genericamente, quasi la metà degli intervistati pensa che l'economia peggiorerà (44%), ed oltre un americano su tre (37%), teme un aumento dell'inflazione. L'indicazione più negativa riguarda infine il mercato del lavoro: il 78% degli intervistati è convinto che la situazione peggiorerà nell'area in cui vive.
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