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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2011 alle ore 17:03.

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Umberto Bossi (Ansa)Umberto Bossi (Ansa)

La Lega ribadisce il proprio no alla scelta dell'Italia di autorizzare raid mirati in territorio libico: il niet arriva stavolta direttamente da Umberto Bossi. «Le guerre - spiega il Senatur - non si fanno e comunque non si annunciano così». Berlusconi, attacca il leader del Carroccio, «dirà pure che Gheddafi ci riempie di clandestini, ma io dico che non sono d'accordo sui bombardamenti. Gli americani se vogliano bombardare facciano loro. E dobbiamo pensare, oltrettutto, che se andiamo a bombardare poi ci toccherebbe pure ricostruire». Anzi, avverte ancora il Senatur, «dopo le dichiarazioni di Berlusconi Gheddafi ci riempirà di clandestini».

«Siamo diventati una colonia francese»
Il leader della Lega attacca il premier anche per il vertice con Sarkozy. «Siamo diventati una colonia francese» dichiara in serata a "La Padania" stigmatizzando la decisione del premier Silvio Berlusconi di cedere alle richieste del governo di Parigi sull'intervento militare in Libia. Dopo aver osservato che «non è dicendo sempre di sì che si acquisisce peso internazionale», Bossi ha preso in esame le richieste di Sarkozy su Edison, Parmalat, nucleare. È stato quantificato in 700 milioni di euro il costo in tre mesi della missione militare in Nord Africa e dei rimpatri.

Berlusconi smorza i toni: con Bossi tutto a posto
Insomma, nessun indietreggiamento rispetto all'irritazione e alla contrarietà già espressa dal ministro Roberto Calderoli. Eppure oggi, nella conferenza stampa seguita al vertice italo-francese, il premier Silvio Berlusconi aveva provato a gettare acqua sul fuoco. «Rispettiamo moltissimo la posizione degli alleati della Lega: ho sentito ieri Bossi, Maroni, Calderoli e siamo d'accordo che ci sentiremo anche oggi». Con Bossi, aveva poi confermato il Cavaliere ai giornalisti durante una passeggiata nel centro di Roma, «è tutto a posto». E anche il ministro Ignazio La Russa aveva provato a ridimensionare la frattura con il Carroccio. «Le dichiarazioni di Calderoli sono frutto di informazioni non complete».

Calderoli ribadisce la linea: noi contrari alla guerra
Anche stamane infatti il ministro Roberto Calderoli era tornato a intervenire nuovamente sul cambio di rotta nella strategia italiana rimarcando la contrarietà del Carroccio. «La Lega Nord è contraria alla guerra, e soprattutto a quelle che coinvolgono dei poveretti, che poi inevitabilmente si riverseranno nel nostro Paese». Avevamo chiesto, aveva chiarito Calderoli, «di aiutarli a casa loro, ma gli aiuti ad una popolazione oppressa non si danno con bombe o missili, a torto, definiti intelligenti, che non distinguono tra buoni e cattivi.

La battaglia si trasferisce nel prossimo Cdm
Il Carroccio non intende arretrare, dunque. Anzi, promette battaglia. «La Lega Nord - aveva detto sempre stamane Calderoli - non condivide la nuova evoluzione della nostra partecipazione alla missione libica, che porterà a nuovi rilevanti oneri e, conseguentemente, ad un aumento delle tasse o delle accise sulla benzina, rincari che andranno a colpire i tanti cittadini che non condividono questa guerra. La gente ha altri problemi: i Paesi che vogliono le guerre se le facciano da soli. Questa è la posizione che porteremo con Umberto Bossi al prossimo Consiglio dei Ministri». Probabilmente venerdì quando dovrebbe essere convocata la riunione a Palazzo Chigi.

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