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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2011 alle ore 12:26.

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Napolitano a Berlusconi: coerenza sulla Libia (Ansa)Napolitano a Berlusconi: coerenza sulla Libia (Ansa)

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto nel pomeriggio al Quirinale il presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta. Il presidente del Consiglio, riferisce un comunicato del Quirinale, ha illustrato i motivi delle decisioni del governo sugli sviluppi della partecipazione italiana alle operazioni militari in Libia sulla base della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e del voto già espresso dal Parlamento italiano.

Il presidente della Repubblica ne ha preso atto richiamandosi alle posizioni espresse nel suo intervento pubblico del 26 aprile, in coerenza con gli indirizzi dell'ultima riunione del Consiglio supremo di Difesa. Lo scorso 26 aprile il Capo dello Stato aveva definito io nuovi impegni militari dell'Italia uno sviluppo naturale della scelta compiuta dall'Italia a metà marzo, secondo la linea fissata nel consiglio supremo di difesa e confortata da un ampio consenso in Parlamento.

«Il presidente del Consiglio - si legge inoltre nella nota del Quirinale - ha preannunciato la prossima nomina di sottosegretari in sostituzione di quanti hanno lasciato la compagine governativa». A questo proposito oggi, inseguito alle tensioni tra premier e Lega, Luciano Sardelli di Iniziativa responsabile ha frenato sulla necessità immediata di un ingresso nella compagine di Governo: «Non poniamo il problema, vogliamo invece interloquire con Lega e Pdl e lavorare per le priorità del Paese».

Intanto oggi i caccia italiani armati di bombe sono entrati in azione in Libia. Ieri, durante l'audizione a Montecitorio, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, aveva annunciato il via libera ai raid mirati delle nostre forze aeree. Intanto sarà battaglia alla Camera sul cambio di strategia del governo nella crisi libica. Dopo la mozione presentata ieri dall'Italia dei Valori, anche il Pd ha sciolto le riserve e ha depositato oggi un documento, primo firmatario il presidente dei deputati democratici a Montecitorio, Dario Franceschini. La conferenza dei capigruppo ha poi deciso che le mozioni parlamentari verranno discusse e votate dalla Camera il 3 maggio.

Fini valuterà il conflitto tra le mozioni e l'ok alla risoluzione Onu
Al momento sono state quindi depositate due mozioni parlamentari dal Pd e dall'Idv, ma anche il Terzo polo lavora a un suo documento. Il presidente Gianfranco Fini, a quanto si apprende, nel corso della capigruppo ha sottolineato che valuterà in modo scrupoloso se il voto sulle mozioni non vada a confliggere con il voto già espresso sulla risoluzione dell'Onu come ha sottolineato ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Cicchitto (Pdl): non proponibile mozione dopo il voto del 24 marzo
La maggioranza, però, è decisa a dare battaglia da subito e già nella capigruppo si è registrata la presa di posizione di Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati pidiellini. «Non è proponibile una mozione che ritorni sul deliberato assunto dalla Camera lo scorso 24 marzo: in questo senso è esaustiva la dichiarazione resa dal presidente Napolitano». Per noi, prosegue Cicchitto, «non è proponibile una mozione che ritorni su un deliberato già assunto dal Parlamento il 24 marzo. È proponibile una mozione contro quel deliberato: se lo vogliono fare li facciano; poi si vedrà cosa dice il regolamento della Camera».

L'opposizione prova l'affondo in Aula
Ma l'opposizione non vuole fare sconti. E Dario Franceschini, capogruppo del Pd, va subito all'attacco. «Se ci fosse un voto differenziato della Lega sulle mozioni sulla Libia, per noi è crisi di governo nei fatti». Anche il numero uno dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, non è tenero con la maggioranza e annuncia il testo del Terzo polo. «Abbiamo presentato una mozione sulla Libia - spiega Casini -perché è necessaria un'assunzione di responsabilità e ci auguriamo si realizza una unità perché l'interesse nazionale viene prima delle beghe politiche e della campagna elettorale che Bossi vuole fare su questi temi, è doveroso quindi che il Parlamento si pronunci». La mozione terzopolista non è stata ancora formalmente depositata. Per ora circola solo una bozza che «impegna il governo ad aumentare la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico».

Ieri franato tentativo della maggioranza di un testo comune
Ieri la maggioranza aveva provato a trovare una convergenza su un documento comune firmato da Pdl e Lega per ricomporre la frattura interna. Il tentativo, sponsorizzato soprattutto dal Pdl, è però naufragato in serata e a nulla è servito il confronto serrato che pure si era aperto nel pomeriggio tra il capogruppo del Pdl Cicchitto e il suo omologo del Carroccio, Marco Reguzzoni. Sull'iniziativa è infatti arrivato lo stop dai piani alti della Lega, indispettiti dai toni piuttosto soft del giovane capogruppo.

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