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Questo articolo è stato pubblicato il 02 maggio 2011 alle ore 09:04.

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Morte di Bin Laden: un'operazione militare perfetta in 15 minuti di fuoco intensoMorte di Bin Laden: un'operazione militare perfetta in 15 minuti di fuoco intenso

NEW YORK – Un'operazione militare impeccabile. Un'operazione condotta dai servizi segreti americani in appena 15 minuti di fuoco intenso. Da un commando dicono fonti vicine alla Casa Bianca che aveva simulato più volte l'attacco. Osama Bin Laden è stato ucciso così, da questa squadra delle forze speciali dei servizi americani che aveva avuto direttamente dal Presidente, dal "Commander in Chief", l'incarico di catturarlo o ucciderlo: è stato ucciso, colpito al volto e alla testa. Poi il suo corpo è stato portato via per procedere con le identificazioni formali.

L'identificazione del rifugio del terrorista è giunta in modo certo la settimana scorsa grazie a una collaborazione intensa con i servizi segreti pakistani che per un certo periodo almeno sembrava coprissero il terrorista saudita. Viveva infatti sembra abbastanza apertamente con i suoi parenti in una villa a Abbottabad in Pakistan e non nascosto in una grotta nelle montagne fra Pakistan e Afghanistan come dicevano le leggende metropolitane. Il lavoro di sorveglianza durava da mesi, dallo scorso agosto, ha detto lo stesso Presidente Obama quando ha dato lo storico annuncio.

Poi la pista si è fatta più calda. Fonti vicine alla Casa Bianca rivelano che nelle ultime settimane Obama ha avuto 5 consigli di sicurezza nazionale segreti sull'operazione di intelligence che ha portato poi all'uccisione di Osama Bin Laden: il 14 marzo, il 29 marzo, il 12 aprile, il 19 aprile, il 28 aprile (giovedi' scorso) e infine venerdi' mattina mentre tutti seguivano il matrimonio del secolo, il matrimonio reale britannico, Barack Obama dava l'ordine di agire e di provare a uccidere Bin Laden. Il racconto drammatico di questi ultimi mesi di caccia al nemico giurato numero uno degli Stati Uniti d'America ce lo ha dato del resto lo stesso presidente.

Obama è partito da lontano, anche per poter rivendicare la "paternità" diretta di questo successo. Ha detto di aver ordinato a Leon Panetta, il capo della Cia e il prossimo segretario al Pentagono di "rendere la cattura o l'uccisione di Osama bin Laden come priorità numero uno nella nostra lotta contro Al Qaeda… e – sempre nelle parole del Presidente - questo anche quando continuavamo a cercare di smantellare la sua struttura e sconfiggere la sua rete terroristica. Una manvora a tenaglia dunque, da una parte gli attacchi aperti alla struttura, dall'altra la ricerca di una pista per arrivare a lui.

La pista si è improvvisamente scaldata l'agosto scorso: "dopo anni di lavoro difficile da parte del nostro inelligence mi è stata detto in un briefing che poteva esserci una pista per Bin Laden…niente di certo e ci sono voluti molti mesi per poter trasformare la pista in un obiettivo concreto…". Obama ha preso parte agli incontri segreti di cui vi abbiamo dato le date, poi, la decisione di attaccare "avevamo abbastanza informazioni e ho autorizzato l'operazione… L'ordine finale oggi, in giornata". L'operazione è stata perfertta.

E probabilmente ha mandato un brivido lungo la schiena di Muhmar Gheddafi, il leader libico che resiste ogni richiesta di farsi da parte: un'operazione condotta in modo talmente impeccabile in un territorio difficilissmo, nel cuor del quartier generale di Osama dimosta che in Libia, molto meno attrezzata dal punto di vista della preparazione delle risorse, un'operazione per catturare o uccidere Gheddafi sarebbe una cosa da ragazzi.

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