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Questo articolo è stato pubblicato il 02 maggio 2011 alle ore 08:01.

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Osama ucciso in Pakistan, abbiamo il suo corpo. Nel riquadro il sito dell Fbi con la notizia (AP Photo)Osama ucciso in Pakistan, abbiamo il suo corpo. Nel riquadro il sito dell Fbi con la notizia (AP Photo)

NEW YORK – Osama Bin Laden è stato ucciso nella notte da forze speciali dell'intelligence americano in una villa ad Abbottabad, in Pakistan dove era già sotto sorveglianza da molti mesi. Lo storico annuncio, che avrà oggi ramificazioni di ogni genere sul piano politico e su quello economico a livello mondiale, è giunto in una drammatica dichiarazione stampa del Presidente Barack Obama dalla East Room della Casa Bianca: «Questa notte posso dire al popolo americano e al mondo che gli Stati Uniti hanno condotto un'operazione che ha ucciso Osama Bin Laden, il leader di al Qaeda e un terrorista che ha ucciso migliaia di persone... oggi, sotto la mia direzione una piccola squadra di americani ha portato a termine l'operazione con straordinario coraggio ad abilità. Nessun americano è stato ferito. Si è fatto il possibile per proteggere i civili. Dopo uno scontro a fuoco, hanno ucciso Osama Bin Laden e hanno preso possesso del suo corpo».

Obama è apparso serio e determinato, ha ricordato che nella guerra con Bin Laden l'America non ha mai combattuto contro l'Islam, ha rivelato che c'è stata una collaborazione del Pakistan, uno sviluppo questo molto importante per i rapporti tra Washington e Islamabad. Insomma, l'equazione è cambiata: «Ricordiamoci – ha continuato Obama - che possiamo raggiungere questi successi non solo per la nostra ricchezza o per il nostro potere, ma per quello che siamo, una Nazione, con Dio, indivisibile, con libertà e giustizia per tutti...».

Con questa operazione l'America ha dunque rialzato il capo. Lo ha fatto nel momento in cui era afflitta da una delle crisi più profonde sia sul piano economico che su quello morale. E dunque, non appena la notizia della morte di Bin Laden si è diffusa da Washington come una fiammata in tutto il mondo, attorno alle 11 di sera, una gran quantità di gente in America ha cominciato a riversarsi per strada, cantando l'inno nazionale, avvolgendosi nelle bandiere, prima su Pennsylvania Avenue, davanti ai cancelli della Casa Bianca, quando la Capitale è normalmente addormentata, poi a New York a Ground Zero, a Times Square, poi piano in tutto il Paese.

Decine di migliaia e poi centinaia di migliaia di persone da Costa a Costa a celebrare la sconfitta della loro nemesi e una vittoria attesa da dieci anni, da quel terribile giorno, l'11 settembre del 2001 quando, ha detto ancora Obama «in una luminosa giornata di sole abbiamo sofferto il più sanguinoso attacco contro il territorio continentale americano, oltre 3.000 vittime civili....».

La diretta di Al Jazeera

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