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Questo articolo è stato pubblicato il 04 maggio 2011 alle ore 12:55.

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Cecilia Malmstrom, commissaria Ue agli affari interni (Reuters)Cecilia Malmstrom, commissaria Ue agli affari interni (Reuters)

Mentre l'Unione europea si interroga su come far fronte all'immigrazione irregolare torna d'attualità l'ipotesi della sospensione del Trattato di Shengen. Bruxelles, per affrontare situazioni critiche sul fronte dell'immigrazione irregolare, propone di prevedere «la temporanea reintroduzione di controlli limitati dei confini interni» nell'area Schengen. Ma solo «in circostanze particolarmente eccezionali». A dirlo è la commissaria Ue agli affari interni, Cecilia Malmstrom - quando «una parte delle frontiere esterne è sottoposta a pesanti ed impreviste pressioni migratorie».

Tale eventuale decisione - che di fatto rappresenterebbe una sospensione temporanea degli accordi di Schengen - per Bruxelles dovrebbe essere presa in considerazione come «ultima risorsa» e decisa non dai singoli Stati ma «a livello europeo». La proposta della Commissione Ue è contenuta in una comunicazione presentata oggi da Malmstrom, che sarà sottoposta ai ministri degli Interni della Ue nel Consiglio straordinario del 12 maggio. L'esecutivo europeo prevede quindi di tradurre le sue proposte in progetti normativi all'interno di un pacchetto immigrazione che intende adottare il 24 maggio, in tempo per sottoporlo all'attenzione del Consiglio europeo del 24 giugno.

Ricordiamo sul punto la lettera di richiesta inviata congiuntamente da «Roma e Parigi all'unisono per riformare Schengen».

«Eventi recenti hanno innescato preoccupazioni sul funzionamento del sistema Schengen», ha ricordato Malmstrom, sottolineando però come «la libera circolazione delle persone attraverso i confini europei è uno dei più grandi risultati raggiunti e non si può tornare indietro. Anzi - ha aggiunto - va rafforzato».

E per rafforzare i controlli alle frontiere esterne ed interne e prevenire l'immigrazione irregolare, la Commissione Ue - nella comunicazione presentata oggi - prevede anche di intensificare il coordinamento sul fronte della vigilanza, migliorando lo scambio di informazioni e la cooperazione tra le autorità nazionali. Avanzata anche l'ipotesi di costituire un corpo di guardie di frontiera (European system of borders guards).

Bruxelles rinnova quindi l'appello al Parlamento e al Consiglio europeo di «adottare con urgenza» la proposta già da tempo avanzata di rafforzare il mandato di Frontex (l'agenzia europea di controllo delle frontiere esterne), dando la possibilità a questo organismo di «agire in maniera realmente efficace».

Bruxelles insiste quindi sulla necessità di rafforzare le relazioni con i Paesi da cui parte l'immigrazione, adottando un «approccio strategico che sia mirato a facilitare il movimento delle persone», ma allo stesso tempo «combinato con misure che scoraggino l'immigrazione irregolare». Questo anche attraverso una revisione del sistema dei visti. Infine, sul fronte dell'asilo, la Commissione Ue spinge per un completamento del Sistema comune europeo, auspicando il raggiungimento di un accordo entro il 2012.

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