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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2011 alle ore 12:32.

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La moglie di Osama rivela: vivevamo in Pakistan dal 2003 (Afp)La moglie di Osama rivela: vivevamo in Pakistan dal 2003 (Afp)

Il blitz ormai c'è stato e, come ha detto Obama, la testa di Al Qaeda è stata tagliata. E però, qualcosa di inquietante da aggiungere c'è. Osama bin Laden aveva lasciato l'Afghanistan, dove è in corso da anni una guerra per stanarlo, già nel 2003 per trasferirsi in territorio pachistano: lo ha dichiarato una delle mogli dello sceicco saudita, ucciso lunedì scorso in un'operazione speciale delle forze statunitensi. Secondo quanto pubblica il quotidiano statunitense The New York Times infatti Bin Laden non solo risiedeva dal 2005 ad Abbottabad - una città-guarnigione a poche decine di chilometri da Islamabad - ma per altri due anni e mezzo aveva vissuto in un villaggio non lontano, Chak Shah Mohammad.

È un piccolo villaggio di contadini, Chak Shah Mohammad, alle porte della città pachistana di Haripur. In una vasta area di campagna coltivata, nel villaggio di casette basse, vivono 65 famiglie, tra cui alcuni profughi afghani, secondo quanto ha riferito all'Ansa sul posto da uno dei residenti, Abdul Kayum, nato nel villaggio 50 anni fa. «Non sappiamo niente di Osama bin Laden, qui non abbiamo mai visto nessuno straniero, solo lavoratori stagionali della locale fabbrica di mattoni», ha detto.

Gli Stati Uniti chiedono i nomi dei top 007 pachistani
L'Amministrazione Obama ha chiesto al Pakistan di conoscere l'identità dei vertici dell'Isi, i potenti servizi segreti del Paese, per verificare se abbiano avuto contatti con Osama bin Laden. Lo riferisce il New York Times. Citando fonti anonime dell'Amministrazione, il quotidiano Usa parla di una crescente frustrazione con i militari e l'intelligence di Islamabad per il suo rifiuto di identificare dirigenti dell'Isi (Inter-Services Intelligence) di cui si sospetta che avessero legami con lo sceicco del terrore.

Teheran: violata la sovranità del Pakistan
L'Iran, intanto, ha condannato il blitz con le quali le forze speciali americane hanno ucciso Osama bin Laden in Pakistan, affermando che si è trattato di «una violazione della sovranità territoriale» di quel Paese. «Gli Usa hanno provato la loro ostilità compiendo un attacco notturno in un Paese amico», ha affermato l'ambasciatore iraniano ad Islamabad, Mashalla Shakeri, incontrando il leader dell'opposizione nel Parlamento pachistano, Choudhry Nisar Ali Khan. Shakeri, riferisce la televisione iraniana in inglese PressTv, ha invitato la Lega musulmana del Pakistan Nawaz (Pml-N) a «non scendere a compromessi su questo orribile evento». Nella sua prima reazione alla notizia dell'uccisione di Bin Laden il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehman-Parast, aveva detto lunedì che la scomparsa del leader di Al Qaeda non lascia più «pretesti» agli Stati Uniti per mantenere le loro truppe nella regione.

Merkel corregge: sollevata, non contenta
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha corretto parzialmente il tiro dicendosi «sollevata» dopo la morte di Osama Bin Laden dopo che la sua espressione di «gioia» subito dopo l'uccisione del leader di Al Qaida aveva scatenato una valanga di critiche in Germania, spingendo addirittura un giudice di Amburgo a denunciarla per «apologia di reato». «Bin Laden è stato il leader di una rete terroristica internazionale responsabile di crimini mostruosi. Noi possiamo e dobbiamo essere sollevati dal fatto che egli non può più fare male a nessuno», ha detto la Merkel al quotidiano Passauer Neue Presse

Maroni: per l'Italia non c'è un allarme specifico
«Non c'è un allarme specifico, è aumentato il livello di attenzione come è normale in questi casi». Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, a margine della consegna di un immobile confiscato alla mafia, in provincia di Como, interpellato sull'allarme per il terrorismo internazionale dopo l'uccisione di Osama Bin Laden. Maroni ha ricordato l'elevato livello di allerta che c'è a livello internazionale, perché «l'uccisione di bin Laden non ha intaccato la capacità offensiva delle organizzazioni che si richiamano ad Al Qaeda», e in Italia proprio per scongiurare reazioni sono stati «presidiati subito i luoghi a rischio. È in corso - ha concluso il ministro dell'Interno - un monitoraggio su tutto il territorio nazionale per capire se ci sono situazioni a rischio».

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