Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2011 alle ore 14:57.

My24
L'affondo di Fini: il premier delegittima la magistratura. La Padania? Solo una pianuraL'affondo di Fini: il premier delegittima la magistratura. La Padania? Solo una pianura

Ieri il nuovo e durissimo affondo del premier Silvio Berlusconi che dal Palasharp di Milano è tornato ad attaccare i pm di Milano giudicandoli «un cancro da estirpare». Oggi a rimbrottare il Cavaliere interviene il presidente della Camera, Gianfranco Fini. «Non posso pensare che il presidente del Consiglio si scagli contro i magistrati delegittimando tutto il corpo della magistratura». Fini parla da Cagliari, dove è giunto stamane per presentare il suo libro «L'Italia che vorrei» e da dove ricorda che domani, 9 maggio, anniversario dell'uccisione di Aldo Moro, l'Italia si fermerà per commemorare le vittime del terrorismo, tra cui vi sono tanti magistrati.

Chi ricopre cariche istituzionali non può delegittimare i magistrati
Un cenno fugace ma significativo alla vicenda che ha agitato la campagna elettorale milanese con i manifesti, firmati dal pidiellino Roberto Lassini, che accostavano i magistrati alle Brigate rosse. E dal quale il premier non si è mai pubblicamente dissociato. Così il leader di Fli prova a rimarcare la distanza da Berlusconi sottolineando che «la legalità è qualcosa di molto più impegnativo della sicurezza, è un abito mentale e ogni volta che si reclama un diritto si deve essere pronti a un dovere». In questo senso, Fini richiama «l'assoluto rispetto delle istituzioni» e ha spiegato che «chi riveste cariche istituzionali, per ragioni note, non si rende conto dell'errore che commette quando delegittima la magistratura, l'istituzione non può essere considerata un nemico».

La giustizia va riformata ma serve equlibrio
Sono argomenti già usati dal leader di Fli che spesso ha marcato chiari distinguo rispetto agli affondi del premier contro magistratura. Fini osserva poi che «questo non vuol dire che non bisogna riformare la giustizia, va riformata eccome, ma il simbolo della giustizia è la bilancia e quindi bisogna avere grande attenzione a garantire questo equilibrio». Partendo dal principio secondo cui ogni cittadino è innocente sino al terzo grado di giudizio, Fini argomenta così che occorre fare «attenzione a non fare delle riforme volte solo a garantire l'imputato, dimenticando che c'è una parte lesa».

Le opposizioni non pensino di abbattere Berlusconi con i processi
Fini non risparmia però una precisa critica anche alla sinistra, colpevole, a suo dire, di pensare che si possa arrivare ad abbattere Berlusconi sfruttando la via dei processi. «Tutte le opposizioni devono smettere di pensare che Berlusconi possa essere battuto per via giudiziaria. Il presidente del Consiglio, infatti, perde credibilità, perché promette cose che non mantiene mai, non per questo o quel processo e non va dimenticato che dal 2001 al 2011 è stato a Palazzo Chigi per otto anni». Berlusconi, dal canto suo, aggiunge il presidente della Camera, «deve smettere di pensare che i magistrati ce l'hanno con lui per ragioni politiche e, come le cose dimostrano, anche se ci sono processi in corso si può continuare tranquillamente a governare perché non c'è alcun tipo di impedimento. Occorrerebbe invece una responsabilità di tutte le parti per staccare un pò la spina, se no si va verso il cortocircuito». Quindi l'affondo contro la Lega. «L'alleato del Pdl non ha una identità nazionale» perché la Padania «tutt'al più è una pianura». «Ventimiglia al Cadore cosa può unire gli italiani del nord se non essere del nord?».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi