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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2011 alle ore 10:20.

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Gigantografie di Ambrosoli, Alessandrini e Galli, vittime del terrorismo, sulla facciata del palazzo di giustizia, per la giornata della memoria delle vittime del terrorismo (Fotogramma)Gigantografie di Ambrosoli, Alessandrini e Galli, vittime del terrorismo, sulla facciata del palazzo di giustizia, per la giornata della memoria delle vittime del terrorismo (Fotogramma)

Silvio Berlusconi è al tribunale di Milano all'udienza per il caso Mills e dice di non irritarsi «mai» di fronte ai moniti di Giorgio Napolitano: «La maggioranza è solida, siamo pronti a un'altra verifica». E ricordando i magistrati vittime delle Br e del terrorismo sottolinea: «sono figure quasi eroiche a cui deve andare la riconoscenza dell'intero Paese».

Tornando al processo, che lo vede imputato per corruzione in atti giudiziari, il premier attacca: «Si tratta di un giudizio incredibile come tutti gli altri. Se non ci fosse imputato Berlusconi, si chiuderebbe subito». Si chiuderà con la prescrizione breve? «Questo è un processo già morto», ha replicato il presidente del consiglio, difendendo comunque il provvedimento sul processo breve: «non so cosa farà Napolitano, ma non mi pare che ci siano profili di incostituzionalità».

La prescrizione non è una condanna
E a chi gli ricorda che nei suoi processi ci sono state anche delle prescrizioni, Berlusconi aggiunge: «La prescrizione non è una condanna, significa che è scaduto il tempo a disposizione dei procuratori per dimostrare le loro accuse». Berlusconi ha auspicato poi la costituzione di una commissione parlamentare di inchiesta contro, a suo dire, "il cancro" per la giustizia rappresentato dai pm politicizzati come quelli di Milano che seguono il processo Mills. «Per 24 volte i pm di Milano mi hanno rivolto accuse infondate secondo me cercando di usare il diritto come arma contro quello che loro ritengono un loro avversario politico».

Una battuta anche sui manifesti anti-pm che hanno portato Roberto Lassini a rinunciare alla sua candidatura a Milano: «Sono assolutamente una cosa indebita», ha tagliato corto il premier.

Palamara: inacettabili le parole di Berlusconi
A stretto giro di posta è arrivata la replica dell'Anm, attraverso il presidente Luca Palamara: «Sono affermazioni che a più riprese abbiamo definito gravi e inaccettabili, che non fanno bene al Paese e di fronte alle quali i magistrati continueranno a fare il loro dovere».

Dalla fine di marzo è la quarta volta che il premier si presenta in tribunale a Milano per i processi che ha in corso.

Revocata la contumacia
L'arrivo in aula del presidente del consiglio ha fatto scattare la revoca della contumacia. Secondo l'accusa, Berlusconi avrebbe dato 600mila dollari a Mills per essere testimone reticente in due processi in cui era imputato, quello sulle presunte tangenti alla Guardia di Finanza e quello All Iberian. In una pausa dell'udienza il premier si è rivolto ai giornalisti, dicendo: «Poi vi faccio il regalino ora però i miei avvocati me lo impediscono». Lo staff del premier ha distribuito in aula le fotocopie di un passaggio del libro di Bruno Vespa «Viaggio in un'Italia diversa» del 2008 nel quale é stata raccolta una intervista del giornalista a Silvio Berlusconi sul caso Mills. In questo passaggio il premier sostiene di «non aver mai conosciuto» l'avvocato inglese.

Tre maxi foto di vittime dei terroristi
Intanto sulla scalinata d'ingresso al tribunale di Milano sono state posizionate tre maxi foto di vittime dei terroristi. Due di queste foto raffigurano i giudici Emilio Alessandrini e Guido Galli, uccisi da "Prima linea" nel 1979 e nel 1980. La terza il liquidatore della banca privata Giorgio Ambrosoli assassinato da un killer della mafia nel 1979. I manifesti sono stati posizionati in occasione della giornata della memoria che ricorda le vittime del terrorismo.

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