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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2011 alle ore 19:35.

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Innanzitutto una precisazione nel tentativo di stoppare il polverone sollevato dal suo ultimo affondo contro la magistratura. «Ieri ho parlato dei pm milanesi, non dei giudici. Anzi, ho sottolineato che le accuse che mi vengono rivolte dai pm non hanno poi trovato rispondenza nelle decisioni dei giudici». Silvio Berlusconi apre così a Olbia il suo comizio in vista delle amministrative («se vinciamo governo avanti due anni») e prova a ridimensionare l'attacco rivolto ieri dal palco del Palasharp di Milano.

Ma i toni odierni restano comunque durissimi. Perché il premier prosegue sottolineando che in Italia c'è una «guerra civile» con «insulti e calunnie di cui veniamo fatti oggetto». Questo, aggiunge, «è terrificante e c'è un'altra cosa terrificante ed è l'uso del diritto contro colui che la sinistra considera il suo nemico politico».

Bossi: pm cancro? ogni tanto qualcuno rompe ma sono tutti uguali
Ma il suo affondo contro i giudici non trova alcuna sponda nel Carroccio. Visto che il leader della Lega, Umberto Bossi, marca subito la sua distanza quando gli si chiede di commentare le parole di Berlusconi e quel «cancro» risuonato ieri all'interno del Palasharp. «Bisogna chiederlo a Berlusconi - taglia corto il Senatur -. Io non penso quella roba lì. Penso che ogni tanto c'è qualcuno che rompe le scatole, però non sono tutti uguali». Quanto ai rapporti tra il Pdl e la Lega il termometro segna, almeno per ora, cielo abbastanza sereno. «Sono buoni, stiamo bene, ogni tanto ci sono delle diversità come sulla guerra in Libia». Poi il Senatur gonfia il petto per la firma di Napolitano sotto l'ultimo dei decreti federalisti. «Non è stata un'impresa facile ma con la firma di ieri mattina l'ultimo atto dal punto di vista legislativo si è concluso. È un risultato storico, significa ridurre i costi e finalmente Tremonti potrà tagliare le tasse, cominciando a ridurre la "mano nera" dello Stato su chi lavora e produce».

Nessuno scandalo nella nomina di 15 sottosegretari in più
Da Olbia Berlusconi torna invece sul nodo che tiene banco nel dibattito politico delle ultime ore: la nomina dei nuovi sottosegretari, tre dei quali non eletti con la maggioranza che si aggiudicò le elezioni politiche nel 2008. «Non vedo che scandalo ci sia nell'aumentare di 10-15 sottosegretari i componenti del governo». Un modo per tacitare le critiche arrivate dopo il rimpasto, ma anche le polemiche su un possibile ddl a cui la maggioranza starebbe lavorando e che dovrebbe servire ad aggirare la soglia fissata dalla Bassanini per i componenti dell'esecutivo. Anzi, Berlusconi prenota da ora alcuni posti nel prossimo rimpasto. «Mauro Pili (già governatore della Sardegna ed ex sindaco di Iglesias, ndr) sarà sottosegretario quando verrà approvata la legge per l'ampliamento del governo. Il governo Prodi - ricorda ancora il premier - aveva 102 esponenti».

Il premier: in tribunale per Mills? Diamogli questa soddisfazione
Quindi il Cavaliere vira sull'attualità giudiziaria e sul processo Mills che domani lo vedrà tornare in aula a Milano.«Domani mattina, come divertimento, mi recherò in tribunale a Milano. È surreale. Perché si tratta di un episodio di cui non ho nessuna conoscenza, con una persona che non ho mai conosciuto, un tale Mills, un fatto che risalirebbe a 16 anni fa». Io, ribadisce il premier, «sono l'uomo più processato dell'universo, e questi dicono ancora, senza vergognarsi, "fatti processare". Evidentemente volevano la mia presenza fisica. Gli ho dato - osserva - anche questa soddisfazione». E non manca l'ennesimo attacco all'ex alleato Gianfranco Fini e al suo patto occulto con la magistratura. «Il signor Fini in tutti questi anni ci ha sempre detto "no", e poi abbiamo capito che aveva un patto con i magistrati».

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