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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2011 alle ore 08:40.
L'ultima modifica è del 11 maggio 2011 alle ore 08:57.
«Quello che è successo al mio amico Claudio Scajola, uscito totalmente estraneo da una vicenda che ha profondamente ferito lui e anche la sua famiglia, è una clamorosa dimostrazione della necessità di una riforma». Dopo il videomessaggio diffuso su YouTube contro l'ipotesi di ritorno al potere della sinistra il Cavaliere torna all'attacco della magistratura e della stampa con una nota nella quale scrive che «i processi sommari sulle pagine dei giornali, che usano fughe di notizie spesso pilotate dalle procure, sono un metodo indegno di un paese civile e di una democrazia liberale». Poi da Crotone rilancia l'allargamento della compagine di governo, attacca la magistratura, la sinistra e Fini. Vuole cambiare la composizione della Corte costituzionale («non più organo di garanzia ma politico: abroga le leggi che non piacciono ai pm di sinistra»), chiede meno poteri per il presidente della Repubblica e più poteri per il premier.
Al prossimo Cdm una legge per allargare il governo
«Nonostante le critiche della sinistra - annuncia - presenteremo al prossimo Cdm una legge per l'incremento dei membri del governo per un sottosegretario a ogni singolo ministero. Per ora noi siamo a 59 membri mentre Prodi ne aveva più di 100 e comunque noi ne avremo sempre meno». Poi chiede più poteri per il presidente del Consiglio, ma non solo. «Dobbiamo cambiare la composizione della Corte Costituzionale, dobbiamo cambiare i poteri del presidente della Repubblica e, come avviene in tutti i governi occidentali, attribuire più poteri al governo del presidente del Consiglio». Poi è la volta dei pm. «La sovranità in questo momento, con questa malattia della democrazia, è dei pm della sinistra: questo noi non possiamo tollerarlo». Annuncia che sarà introdotta la responsabilità per i magistrati. E sull'emergenza rifiuti a Napoli, dice: «ci sono le elezioni e i pm di Napoli hanno chiuso le discariche: non si sa dove portare i rifiuti. Io glieli porterei in Procura da loro». Poi è la volta di Fini, che «voleva fare un ribaltone alleandosi con la sinistra. Gli è andata male, perchè in Parlamento un numero adeguato di persone, insoddisfatte dei propri gruppi di appartenenza, si sono unite a noi con il nome di Responsabili e finalmente ci hanno regalato questa situazione, e cioè la possibilità di fare le riforme, cosa che non potevamo con Fini e Casini». Dopo le amministrative annuncia «una grande legge di iniziativa popolare», raccogliendo firme con i gazebo, per dimezzare il numero dei parlamentari della Camera e del Senato. «Non tutti saranno contenti fra i parlamentari, perchè è come chiedere ai tacchini di raddoppiare il Natale, ma noi procederemo in modo scaglionato».
Il premier: non è che i leader della sinistra si lavino molto
Silvio Berlusconi non risparmia attacchi alla sinistra e ai suoi leader. Prima li definisce «sempre incazzati» come effetto del vedere la propria faccia riflessa allo specchio del bagno la mattina. Subito dopo il premier dice che in realtà i leader della sinistra «non è che si lavino molto». Quando «vanno in bagno, e non è che ci vadano spesso, visto che si lavano poco ,e si guardano allo specchio per farsi la barba, si spaventano da soli». Il segretario del Pd Bersani replica da Ballarò: «Cerchiamo di essere gente seria e se ci laviamo poco è perchè siamo abbastanza puliti». Piccata la risposta di Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. «Ora spunta pure che non ci laviamo tanto e che siamo sempre arrabbiati. Che dire? La notizia vera é quella che viene dopo: più poteri a lui, meno al Colle, riforma della Corte costituzionale. Vi ricorda niente? Purtroppo a me sì. Berlusconi getta fango su tutto, istituzioni comprese, fa l'imbonitore gioca e fa battute di cattivissimo gusto, ma alla fine i suoi obiettivi sono il suo potere e soprattutto evitare i processi che lo riguardano per più capi di imputazione».
Fini: per tutti limiti e controlli imposti dalla legge
Al nuovo affondo di Berlusconi risponde a stetto giro il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che difende le toghe e attacca a sua volta Berlusconi. «Nessuno può pensare di non essere sottoposto ai limiti e ai controlli previsti dalla legge», replica Fini. «In Italia - aggiunge il presidente della Camera - nessuna carica può fare tutto senza rispondere del proprio operato ad altri. È il risultato dei "pesi e contrappesi" previsti dalla Costituzione. Se una sola istituzione può fare tutto senza rispondere ad altri, sarebbe una situazione di squilibrio e non avremmo una rigida ripartizione dei poteri».
Cosa mai vista l'ipotesi di una commissione d'inchiesta sulle toghe
Già ieri Fini aveva bollato come una «cosa mai vista» l'ipotesi di una commissione d'inchiesta parlamentare sul lavoro dei giudici. E oggi il presidente della Camera ha ribadito che «chiedere alla maggioranza che sostiene il governo di approvare una proposta di legge per una commissione parlamentare che debba indagare sui pm che stanno processando il presidente del Consiglio mi sembra che non accada in nessuna democrazia del mondo». Proprio oggi, in occasione dell'anniversario dell'elezione del Capo dello Stato, Fini ha inviato a Napolitano un messaggio nel quale ribadisce che «il rigore istituzionale di Giorgio Napolitano è prezioso per la salvaguardia dei valori di democrazia e libertà».
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