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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2011 alle ore 19:22.

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Gli avvocati di Strauss-Kahn cambiano copione: il rapporto è stato consensualeGli avvocati di Strauss-Kahn cambiano copione: il rapporto è stato consensuale

A 24 ore dalla decisione del giudice Melissa Jackson che ha respinto il rilascio su cauzione di un milione di dollari per il direttore del Fondo monetario Dominique Strauss-Kahn, gli avvocati dell'economista e politico francese su cui pendono sette capi di accusa che porterebbero a una pena fino a 74 anni, vanno all'attacco.

Secondo il New York Post la strategia difensiva di DSK è che il rapporto sessuale con la cameriera dell'albergo è stato «consensuale». Secondo il tabloid newyorkese la cameriera sarebbe una devota musulmana e un'impiegata rispettabile.

In un primo momento le prove a favore del direttore dell'Fmi si basavano sul fatto che all'ora del presunto stupro Strauss-Kahn non era in albergo ma a pranzo con la figlia Camilla. Poi gli inquirenti hanno anticipato l'ora dell'aggressione a mezzogiorno e non più all'una, come si era detto in un primo momento. Decisione che ha vanificato il primo alibi di Strauss-Kahn.


Imbarazzo in Europa, si pensa al successore
L'Fmi ha intanto comunicato che Strauss-Kahn non gode di immunità quindi è processabile. Il caso del banchiere di sinistra francese imbarazza l'Europa, mette in crisi la gauche e piomba sull'Ecofin di Bruxelles impegnato con la crisi di Eurolandia. Una timida difesa è stata improntata dal presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker che ha definito «indecente» aprire un dibattito sulla successione al Fondo. Difesa subito abbattuta da altri ministri he hanno iniziato a scaricarlo. La rivolta rosa è partita da due ministre europee, la spagnola Elena Salgado, e l'austriaca Maria Fekter, che hanno chiesto le immediate dimissioni del numero uno dell'organismo di Washington. Il dibattito sulla successione al Fondo è ormai aperto: ieri un'altra donna, il cancelliere tedesco, Angela Merkel aveva affermato con decisione che «il suo successore dovrà essere europeo». Idea condivisa dal presidente della Commissione Ue, Jose Manuel Barroso secondo cui «se la successione sarà necessaria allora l'Europa dovrà presentare un nuovo candidato. Tra i papabili è spuntata il ministro francese, Christine Lagarde. La Germania starebbe pensando all'amministratore delegato della Deutsche Bank, Josef Ackerman. Fuori dall'Europa gli altri paesi scalpitano. La Turchia è pronta a presentare l'economista Kamel Dervis, e rivendicazioni sulla guida del prestigioso organismo di Washington sono già arrivate da Cina e Brasile.

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