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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2011 alle ore 19:02.

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In America l'arresto del direttore del Fondo monetario internazionale Dominique Strauss Kahn è l'ennesimo scandalo sessuale che coinvolge un uomo di genio e potere che ha superato i limiti, trattato come l'ultimo ladruncolo del Bronx da un giudice donna dallo sguardo inflessibile, senza messa in piega e affascinante come le signore dell'Upper Side di Manhattan, che ieri ha deciso: il signor Strauss-Kahn resta in carcere perché c'è pericolo di fuga.

Melissa Jackson è il giudice che anni fa condannò a un anno di galera la rapper nera Foxy Brown per aver violato i termini della libertà vigilata con ripetute aggressioni. Jackson non si commosse davanti al pancione della cantante-imputata: «Non sono disposta a dartela vinta stavolta - le disse - . Mi auguro che la detenzione ti faccia cambiare stile di vita e spero di non doverti vedere più in quest'aula». Foxy fu costretta ad abbassare la testa: «Farò quanto mi viene chiesto».

In Francia l'arresto di Strauss-Kahn è diventato invece psicodramma nazionale. Nicolas Sarkozy ha invitato la maggioranza a dimostrare «unità» e «dignità». In una colazione di lavoro con esponenti del partito di maggioranza, il presidente di destra ha sfoderato la solennità dei giorni migliori. Senza citare Strauss-Kahn, ha detto ai colleghi di partito: «Sangue freddo, coraggio, unità e, aggiungerei, dignità, costituiscono la linea di condotta della maggioranza». Il premier Fillon ha invece detto che per Strauss-Kahn «non ci saranno scusanti».

I socialisti francesi, che vedevano in Strauss-Kahn il candidato che gli avrebbe fatto vincere le elezioni presidenziali 2012, accusano la giustizia americana. Il più indignato è Jack Lang, ex ministro alla cultura: «Il sistema giudiziario americano è inumano: fa a pezzi quelli che cadono nelle sue mani» ha detto ieri su France 2 e oggi su Europe 1. Lang mette sotto accusa il modo in cui il direttore dell'Fmi 62enne è stato arrestato e portato davanti al giudice. «Ammiro la democrazia americana ma so per esperienza che il sistema giudiziario americano Usa può essere una macchina infernale. Qualsiasi sia la natura dei fatti contestati, nulla può giustificare che un uomo sia trattato con tale disprezzo e violenza». Lang aggiunge: «Conoscendo la giustizia americana, molto politicizzata, non è impensabile che il comportamento del giudice sia stato quello di prendersi una soddisfazione con un francese».

I socialisti hanno denunciato il sistema giudiziario americano e la pubblicazione di foto di DSK in manette con le braccia dietro la schiena, ridotto al silenzio davanti alla giudice Jackson. «Sono sconvolta, quelle immagini sono nauseanti» ha detto l'anziana ex ministra socialista della Giustizia Elisabeth Guigou. «Vogliamo conoscere la verità - ha continuato -. Finora abbiamo capito solo che il procuratore e tutte le informazioni diffuse vanno in un'unica direzione» cioè l'accusa. «In Francia - ha continuato Ghigou - per fortuna è diverso: in America invece tutto gira in funzione dell'accusa e si lascia poco spazio alla difesa. Bisogna fare attenzione all'equilibrio delle informazioni», aggiunge l'ex ministra.

Stessi concetti scrive sul suo blog Jean-Christophe Cambadélis, deputato vicino a Strauss-Khan: «Gli amici di DSK sono profondamente rattristati per le foto diffuse e il comportamento delle autorità americane che hanno negato all'imputato ogni dignità. Immagini e umiliazioni che non sono necessarie per ricostruire la verità». Un altro sostenitore di DSK, il senatore socialista François Patriat, si spinge oltre: «È una motantura, ci sono troppe cose inverosimili. Non so però chi abbia potuto fare una cosa simile». Più prudente il deputato Jean-Jacques Urvoas, che nota: «È da 48 ore che circola una sola versione. Nessuno ha ancora ascoltato la verità di Dominique Strauss-Kahn».

Il caso Strauss-Kahn agita l'Ecofin e divide l'Ue, impegnata a parlare di piani di salvataggio e crisi di Eurolandia mentre il garante degli aiuti, il direttore del Fmi, si trova in cella a New York. Il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha definito «indecente» aprire ora un dibattito sulla successione alla guida del Fondo, parlando di Strauss-Kahn come di «un buon amico». Due ministre europee, la spagnola Elena Salgado, e l'austriaca Maria Fekter, hanno invece chiesto stamane le immediate dimissioni di DSK. A sollevare per prima il problema sulla successione del Fondo è stata comunque un'altra donna, il cancelliere tedesco Angela Merkel ieri ha detto: «Il suo successore dovrà essere europeo». (An. Man.)

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