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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2011 alle ore 18:34.

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Silvio Berlusconi con Umberto Bossi (Ansa)Silvio Berlusconi con Umberto Bossi (Ansa)

di Celestina Dominelli
Da navigatissimo politico qual è si guarda bene dallo scoprire le carte. «Il nuovo progetto lo faremo insieme a Berlusconi», si limita a replicare ai cronisti che lo inseguono a Montecitorio. E, malgrado l'insistenza di alcuni, Umberto Bossi non aggiunge quasi nulla. «Sono cose troppe belle per dirvele», scherza e spiega a stretto giro: «Non lo abbiamo ancora messo giù, dobbiamo trovarci e sistemarlo. Ma innanzitutto - chiarisce - non abbiamo le idee di Pisapia, i tipici progetti della sinistra». Poi corregge il tiro sul candidato del centro-sinistra. «Non ho detto che Pisapia è matto, ma il suo progetto non è compatibile con una Milano decente». Dove Pdl e Lega hanno pronto l'asso nella manica per provare a lanciare la volata alla Moratti: una mega-adunata in piazza Duomo.

Il leader del Carroccio perplesso davanti all'ultimo ko in Aula
Insomma, la maggioranza si ricompatta in vista del ballottaggio e cerca di mettere a punto una strategia su cui il Senatur mantiene il più stretto riserbo. Anche se qualcosa si lascia sfuggire. «Tremonti ce li mette i soldi? Vediamo», taglia corto il leader del Carroccio che non fa nulla per trattenere le sue perplessità sullo stato di salute della maggioranza. Così, quando i cronisti gli chiedono se sia possibile avviare una stagione di riforme con una barca che si regge sui responsabili, dopo i pessimi segnali di ieri, il numero uno della Lega fa una pausa e scandisce bene il concetto. «È quello che ho chiesto oggi a Berlusconi. Lui è convinto, ma andremo avanti a lavorarci». Poche parole insomma che però la dicono lunga sulla contrarietà del Senatur rispetto alla gestione di quest'ultimo scorcio di legislatura.

Bossi: il Terzo polo? Spero pesi il meno possibile ai ballottaggi
Ora, però, le energie sono tutte concentrate sul prossimo passaggio elettorale. Rispetto al quale Bossi si limita solo a una battuta sul possibile ruolo chiave del Terzo polo. «Se peserà ai ballottaggi? Credo di sì, ma speriamo pesi il meno possibile». Come molti nella maggioranza, il Senatur è ben consapevole che i voti racimolati da Palmeri a Milano e da Pasquino a Napoli potrebbero fare molto comodo alla causa del centro-destra, ma non ci spera particolarmente vista anche la scelta, ufficializzata ieri da Casini, Fini e Rutelli, di lasciare "mani libere" agli elettori. Bisognerà insomma farcela con le proprie forze.

Una mega-adunata in piazza Duomo per spingere la Moratti
Ed è per questo che, anche dalle parti del Pdl, si lavora febbrilmente a una strategia per il futuro, che è stata al centro del vertice convocato nel pomeriggio a Palazzo Grazioli da Silvio Berlusconi. Il Cavaliere è convinto che la partita possa ancora essere ribaltata e sta riconsiderando la possibilità di scendere in campo in prima persona. L'opzione sul tavolo della maggioranza è quella di una iniziativa congiunta dei due leader che potrebbe assumere la forma di una conferenza stampa o di un vero e proprio comizio a favore della Moratti: una mega-adunata in piazza Duomo come se ne sono viste tante in passato cercando di portare sotto la Madonnina grandi numeri. Progetto, fanno notare da via dell'Umiltà, «di non facile realizzazione perché gli elettori tradizionali del Pdl milanese ci hanno un po' girato le spalle».

Allo studio apparizioni mirate del premier nelle tv locali
C'è poi da considerare che la finestra temporale prima del voto è stretta visti anche gli impegni internazionali del premier (che giovedì e venerdì prossimo sarà in Francia per il G8), ma lo stato maggiore del Pdl sta valutando come e se giocare questa carta. Accanto a quella televisiva con apparizioni di Berlusconi sulle tv locali: un modo per riportare la partita sui temi della città, spogliandola di quel riflesso nazionale che ha finito per nuocere alla Moratti.


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