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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2011 alle ore 19:01.

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Dopo il comizio di Berlusconi nuovo scivolone per la Bianchi: così Casini è pronto a scaricare la senatrice. Nella foto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante il suo intervento al comizio a sostegno di Dorina Bianchi (Ansa)Dopo il comizio di Berlusconi nuovo scivolone per la Bianchi: così Casini è pronto a scaricare la senatrice. Nella foto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante il suo intervento al comizio a sostegno di Dorina Bianchi (Ansa)

Nessuno mai lo ammetterà a microfoni accesi. Tanto che la diretta interessata è ancora convinta «che l'Udc non ritirerà il suo appoggio». Ma le ultimissime voci dal Palazzo raccontano tutt'altra storia: i centristi sarebbero infatti intenzionati a scaricare Dorina Bianchi, candidata del partito di Pier Ferdinando Casini alla poltrona di sindaco di Crotone. In gara, al ballottaggio di domenica prossima, con Peppino Vallone, sindaco uscente della cittadina calabrese. Nessun annuncio ufficiale, ma insomma dalle parti dello scudo crociato pare non si affaticheranno troppo per favorire l'ascesa dell'ex Pd.

A scatenare la decisione l'apparentamento con Senatore
Il motivo? A far traboccare il vaso della pazienza di Casini&co la goccia dell'apparentamento, annunciato due giorni fa, tra la neuroradiologa e Pasquale Senatore, già sindaco di Crotone dal 1997 al 2005 e storico esponente della destra cittadina. Un "matrimonio" che non è affatto piaciuto ai compagni di partito tanto da spingere il capogruppo Udc alla Regione, Alfonso Dattolo, a un annuncio choc. «Se il Pd mi invita, dal palco di Bersani dirò che voteremo Vallone». Poi certo Gino Trematerra, coordinatore regionale dei centristi, ha gettato acqua sul fuoco derubricando le parole di Dattolo «a battuta estremizzata all'ennesima potenza» causata dalla scelta della Bianchi di derogare alla linea del partito. Che aveva appena deciso di non apparentarsi con nessuno al ballottaggio.

La frattura aperta dal comizio di Berlusconi
Ma gli oltre 6mila voti strappati da Senatore al primo turno hanno fatto troppo gola alla candidata centrista che ha chiuso un occhio. Proprio come aveva fatto qualche settimana fa in occasione del comizio in suo favore del premier Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, in barba all'opportunità politica, aveva criticato Casini e Fini senza curarsi del fatto di trovarsi davanti a una platea di centristi. Poche parole che hanno aperto una frattura insanabile tra i vertici e la Bianchi. Casini non le risponde più al telefono, mentre il segretario Lorenzo Cesa ha deciso di fare buon viso a cattivo gioco per salvare la partita elettorale. Almeno fino all'ultimo scivolone della bionda senatrice che ora rischia seriamente l'abbandono.

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