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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2011 alle ore 12:16.
L'ultima modifica è del 28 maggio 2011 alle ore 12:17.

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Per quel che si è visto in questi anni difficile immaginare una finale migliore. Il remake di due anni fa all'Olimpico di Roma, allora fu lo United a prendere in mano la sfida e a vedersela sfilare prima da un colpo di Eto'o e poi da una magìa - aerea, addirittura - di Messi. Stavolta sarà il Barça a menare le danze, perché i rapporti di forza sono nel frattempo mutati.
Il marchio di fabbrica dei catalani contempla, anzi esige, il controllo pressoché totale del gioco attraverso un meccanismo che si è perfezionato sino a una sorta di parossismo. Agli avversari non resta, per entrare a loro volta in partita, che un pressing altrettanto collettivo e organizzato per la riconquista della palla nelle zone calde del campo: purché basato sulla scelta di tempo e non sul fallo sistematico come si è ridotto a fare in semifinale il Real.

Il tempio di Wembley dice bene ad entrambe che lì vinsero la loro prima coppa dei Campioni. Nel '68 il Manchester di Best e Bobby Charlton con un 4-1 al Benfica, nel '92 il Barça con una punizione di Koeman che abbattè l'allora grande Sampdoria.
I bookmakers, londinesi e non, vedono nettamente favorita la squadra di Guardiola che quella sera curò, a soli 21 anni, la regia mobile oggi affidata al professor Xavi. Uno degli otto campioni autoctoni del Barça in campo stasera, rigorosamente cresciuti e svezzati nella masìa di famiglia.
Un pronostico logico, persino abbastanza facile se ci si limita a sommare le qualità tecniche individuali. Suffragato dall'esito di due anni fa, e dalla considerazione che il Barça è ulteriormente cresciuto mentre il Manchester ha perso due solisti come Cristiano Ronaldo e Tevez. Con un ma. Che se la partita è di alto livello la vince la squadra più forte, e sappiamo qual è. Ma se come spesso è accaduto la finale è tecnicamente al ribasso, lo United ha certamente miglior senso pratico.

Non solo. Nessun dubbio sulla netta superiorità del centrocampo catalano, e ben pochi anche su quella del reparto difensivo. Ma davanti, Rooney e il giovane Chicharito Hernandez fanno forse meno fatica a inquadrare la porta rispetto a Villa e Pedro. Il che carica di ancora maggiori responsabilità Messi, i cui ultimi acuti da vero, grande tenore risalgono giusto a un mese fa, al doppio capolavoro madrileno. Da allora il Barça ha staccato in cerca di riposo, mentre lo United ha mantenuto la forma giocando. A parte le rispettive esigenze di calendario, vedremo stasera quale sarà stata la scelta migliore.
Arbitra Kassai, ungherese. Se vince lo United a levare la Coppa sarà Van der Sar, al suo passo d'addio. Se starà vincendo il Barça entrerà Abidal, e a lui capitan Puyol cederà forse l'onore. Comunque vada sarà un bel vedere.

SULLA RADIO E SUL SITO
Gigi Garanzini è su Radio24, dal lunedì al giovedì, dalle 14 alle 15, in "A tempo di sport" e sul blog "Slow Foot"
http://gigigaranzini.blog.ilsole24ore.com

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