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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2011 alle ore 07:39.

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Torna l'incubo scommesse (Nella foto Beppe Signori scortato dalla polizia in borghese è ora agli arresti domiciliari Ansa / M. Nucci)Torna l'incubo scommesse (Nella foto Beppe Signori scortato dalla polizia in borghese è ora agli arresti domiciliari Ansa / M. Nucci)

Un altro terremoto, trent'anni dopo. Il mondo del calcio è di nuovo scosso. Truffe, avvelenamenti, minacce, partite truccate, illeciti sportivi. Calciatori che hanno vestito la maglia della nazionale, come Beppe Signori che adesso invocano «pietà», professionisti che hanno giocato nella massima serie come Mauro Bressan, Antonio Bellavista e Vincenzo Sommese, altri meno noti che giocano ancora in campionati minori come Marco Paoloni, ex Cremonese ora al Benevento, il portiere che si vendeva le partite, metteva sostanze proibite nelle bevande dei suoi compagni di squadra, considerato dalla procura di Cremona al centro di un tumultuoso giro di scommesse.

In tutto, sedici persone finite agli arresti. Ma non possono stare tranquilli neppure il capitano della neopromossa Atalanta, Cristiano Doni, e l'ex calciatore Stefano Bettarini, ambedue indagati dai magistrati inquirenti. La Procura Figc ha aperto un'inchiesta. Il presidente Giancarlo Abete: la Figc si costituirà parte civile per proteggere la regolarità dei campionati e chiedere i danni.

È una valanga quella provocata dal procuratore della repubblica Roberto Di Martino che dopo mesi e mesi di indagini ha scoperto un giro di partite di calcio truccate in serie B (coinvolte anche le promosse Siena e Atalanta) e Lega Pro. Sedici le persone arrestate dalla polizia, di cui sette in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere e 9 ai domiciliari su disposizione del Gip Guido Salvini e ventotto indagati a piede libero. Per tutti le accuse sono associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode in competizioni sportive, un'organizzazione che si assicurava affari fino a diverse centinaia di migliaia di euro a partita.

La memoria dei meno giovani è andata immediatamente alla retata che portò nel 1980 all'arresto di stelle di prima grandezza del calcio nazionale.
«Sono stati falsati tornei di Serie B e Lega Pro in corso, infliggendo gravi danni per le società e per gli scommettitori leali», ha detto nel corso di una conferenza stampa il procuratore di Cremona Roberto Di Martino titolare dell'inchiesta con il nome in codice di «Ultima scommessa». La partita chiave da cui l'inchiesta ha mosso i primi passi è Cremonese-Paganese dello scorso 14 novembre. Nel secondo tempo del match, vinto 2-0 dalla Cremonese, alcuni giocatori grigiorossi apparivano stranamente stanchi e "molli" per tutta la ripresa.

A fine partita cinque di loro si sono sentiti male. Ora, a distanza di mesi, si capisce il motivo: secondo l'accusa, i calciatori sarebbero stati avvelenati da un loro compagno di squadra, il portiere Marco Paoloni, poi passato al Benevento durante il mercato di gennaio. Dalle analisi, disposte dalla Cremonese ed eseguite al Policlinico San Matteo di Pavia, si rilevarono nelle urine dei calciatori in questione tracce di Lormetazepam, un calmante. Il dg della Cremonese Sandro Turotti portò i risultati delle analisi in questura a Cremona e denunciò l'episodio. Così è partita l'inchiesta durata oltre sei mesi di indagini e con più di 50mila intercettazioni, da cui è emerso, per dirla con il magistrato cremonese, «un quadro sconfortante.

Questa organizzazione gestiva contemporaneamente anche cinque partite truccate». L'organizzazione si estendeva su scala nazionale: c'era il gruppo dei "bolognesi" con Signori, Bettarini, un paio di commercialisti, c'erano anche due calciatori dell'est, definiti «Zingari» e poi c'erano calciatori dell'Ascoli, ex del Bari, qualche titolare di agenzia di scommesse di Pescara e un dentista di Ancona. «In Lega Pro – ha detto Di Martino – si vendevano partite per pochi soldi, 5-10mila euro, mentre il tariffario saliva a 60mila per la serie B e a 300-400mila per la A». La serie maggiore è emersa perchè nelle carte dell'indagine figura Inter-Lecce del 20 marzo 2011 finita uno a zero per l'Inter.

Su questo incontro il gruppo che faceva capo a Beppe Signori, «leader induscusso» dell'organizzazione, secondo gli inquirenti, aveva puntato ben 150mila euro, scommettendo che l'Inter avrebbe vinto con tre gol di scarto. Il match finì invece uno a zero per la squadra milanese, quindi la scommessa si rivelò una "stangata" tanto che da una delle intercettazioni Signori minaccia il raccoglitore di scommesse. In mattina è stata inoltre sequestrata altra documentazione che ha confermato le accuse – spiega Di Martino –. In particolare durante diverse perquisizioni domiciliari la squadra mobile di Cremona ha sequestrato la ricetta del farmaco, Lormetazepam (ansiolitico), che avrebbe portato all'avvelenamento dei calciatori della Cremonese.

Il capo della Procura ha anche delineato i numeri dell'operazione: «Ci sono 18 partite sub iudice, oltre ad altre 15 poco chiare. Paoloni è la figura centrale: è al tempo stesso calciatore e scommettitore. Ci sono 50mila intercettazioni, tutte relative a partite, solo una parte utilizzata dall'inchiesta. Dalle intercettazioni si capisce che questa cosa va avanti da anni. Ci sono gruppi di scommettitori non leali e che scommettono perché hanno la garanzia del risultato e questi soldi, con questo metodo, in parte sono usati per la corruzione». Naturalmente, tutto il mondo del calcio si dice esterefatto. Il presidente del Coni Gianni Petrucci si è detto «sconvolto» («infangato l'intero sistema»), così come Gianluigi Buffon, portiere di Juve e Nazionale.

Intanto, Lega B, Lega pro e probabilmente i Monopoli di Stato hanno già mosso gli avvocati per costituirsi parte civile, mentre un'ombra minacciosa si allunga sui verdetti per i play off e play out di serie B e Lega pro in pieno svolgimento e che vedono coinvolte molte società finite nell'inchiesta di Cremona. Che non è ancora conclusa.

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