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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2011 alle ore 17:15.
L'ultima modifica è del 05 giugno 2011 alle ore 17:16.

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Il centrosinistra è stato il vincitore di questa tornata di elezioni amministrative. Su questo punto non ci sono dubbi. Basta guardare i dati sui 133 comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. In 85 casi hanno vinto i candidati sindaco appartenenti a questo schieramento e solo in 40 comuni ha vinto il centrodestra. Per il centrosinistra il risultato è superiore a quello delle comunali precedenti, che erano finite 76 a 55, e certamente superiore alle aspettative. Sarebbe tuttavia prematuro trarre da queste cifre conseguenze valide a livello nazionale. E va notato che nel campione esaminato anche il centrosinistra è in lieve calo, mentre sale il Terzo polo.

Qualche mese fa un pronostico del genere sarebbe stato giudicato frutto di pura fantasia. Ma siamo veramente di fronte a quello che in gergo tecnico si definisce un riallineamento elettorale? Esiste ancora una maggioranza di destra o il Paese è diventato più di sinistra? Rispondere a queste domande vuol dire poter fare ipotesi empiricamente fondate su ciò che potrebbe accadere nel prossimo futuro, e specialmente alle prossime elezioni politiche. Ma non va dimenticato che un esercizio del genere, fatto con dati di elezioni comunali, presenta dei limiti. Tanto più che i dati si riferiscono solo a un piccolo campione di comuni. Però il caso vuole che la distribuzione dei voti per area geografica in questi comuni non sia molto distante da quella di tutti i comuni. Per la precisione, nei 118 comuni in cui si è votato sia nelle regionali del 2010 che nelle recenti comunali circa il 40% degli elettori era collocato al Nord, il 17% nel centro e il 44% nel Sud.

Questa era quasi perfettamente la distribuzione dei voti nelle elezioni politiche del 2008. La corrispondenza è importante perché si sa quanto la geografia influenzi ancora oggi l'espressione del voto nel nostro paese. Nel complesso in questi 118 comuni hanno votato per le liste a sostegno dei vari candidati-sindaco 4.018.147 elettori. Questi sono i comuni e gli elettori su cui abbiamo condotto l'analisi. Fino a oggi questa base di dati non era disponibile. Né purtroppo sono ancora disponibili i dati dei comuni sotto i 15.000 abitanti.

Nelle regionali del 2010 nei 118 comuni del nostro campione l'insieme delle liste di centrodestra aveva ottenuto il 45,5% dei voti contro il 44,4% delle liste di centrosinistra. Nelle ultime comunali queste percentuali sono diventate rispettivamente 38,0 e 43,2. Tutti e due gli schieramenti hanno perso ma il centrodestra ha perso 7,5 punti percentuali mentre il centrosinistra ne ha persi poco più di uno, diventando in questo modo il primo partito in questo insieme di comuni. L'aumento di 7,5 punti della affluenza alle urne tra le due tornate elettorali ha decisamente svantaggiato il centrodestra e molto meno il centrosinistra. Il dato è importante perché vuol dire che il calo del centrodestra non è semplicemente dovuto al fatto che gli elettori che lo avevano votato alle regionali sono rimasti a casa alle comunali. C'è di più. Tra 2010 e 2011 il centrodestra ha perso solo 70.000 elettori su 1.600.000, cioè il 4% circa. È andato male perché non ne ha conquistato di nuovi. Il centrosinistra invece è andato meglio, anche se in percentuale è sceso di poco, perché ha conquistato una quota importante di elettori che nel 2010 non avevano votato e nel 2011 sono tornati alle urne. È ancora una volta una questione di mobilitazione.