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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2011 alle ore 22:36.

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Il caso Strauss-Kahn dietro le quinte. Ecco le strategie dell'accusa e i colpi proibiti della difesaIl caso Strauss-Kahn dietro le quinte. Ecco le strategie dell'accusa e i colpi proibiti della difesa

L'incontro di lunedì mattina fra l'ex direttore del Fondo Monetario Internazionale Dominque Strauss-Kahn e il giudice Michael Obus è stato soltanto, per quanto drammatico, un atto formale. Colpevole? Ha chiesto il giudice recitando i sette capi d'accusa – stupro, violenza, sequestro etc. – ai danni di una cameriera immigrata dall'Africa di 32 anni. Non colpevole, ha ripetuto sette volte di fila DSK. L'ex direttore del Fmi è poi uscito quasi subito in un elegante vestito blu, accompagnato dalla moglie Anne Sinclair, impeccabile in tailleur nero. Tornerà per un'altra apparizione formale il 18 di luglio.

La partita a questo punto è aperta. E si gioca già nel suo terreno più avanzato, tutta dietro le quinte degli atti formali, come quello di ieri. Le mosse e contromosse di uno dei più complessi casi giuridici degli ultimi anni, che ha letteralmente ipnotizzato l'opinione pubblica mondiale, stanno già prendendo forma secondo gli ingredienti classici del libro giallo: quale parola vale di più? Non essendoci prove di altro genere - video, registrazioni - vale l'affermazione della donna - violenza e stupro – o quella di Strauss-Kahn, sesso consensuale?

Al centro dello scontro legale c'è la personalità del capo procuratore di New York, Cyrus Vance, al suo primo caso di altissimo profilo, deciso ad andare avanti fino in fondo, con la richiesta di una condanna e di anni di prigione per l'ex direttore del Fondo. «Qui non si possono fare compromessi....Vance si è esposto troppo per chiudere il tutto con un accordo extragiudiziario», ci dice una fonte informata. Possibile che ci sia una "distorsione da notorietà"? Che Vance sia determinato per aspirare a quella notorietà e quel successo che ancora gli manca? Possibile, visto che la maggioranza di casi simili si chiudono con accordi extragiudiziali. In questo caso, come abbiamo visto, non ci saranno compromessi. Ognuno si giocherà il tutto e per tutto: Strauss-Kahn non potrà mai accettare un riconosciemnto parziale di colpa. Questo tra l'altro gli aprirebbe il fianco a un'accusa civile per richiesta di danni da milioni di dollari, un procedura separata da quella penale.

Questo significa che al di là degli aspetti procedurali, si dovrà aspettare l'avvio formale del processo, l'apparizione della cameriera e i primi interrogatori da parte della difesa. Ed è proprio attorno alla strategia della difesa che si è spostata l'attenzione degli addetti ai lavori. Una strategia agguerrita guidata da Benjamin Brafman, una celebrità fra i penalisti che interrogano alla sbarra, al punto da aver messo sul mercato un video in cui si danno istruzioni per la migliore strategia di "cross examination", di confronto incrociato. Intanto Brafman, grazie alle tasche profonde della moglie di DSK, ha già ingaggiato una delle più agguerrite agenzie di investigazione in America, Guidepost Solutions, guidata da Bart Schwarts, un sua volta ex procuratore di successo.

Schwarts sta ricostruendo ogni dettaglio della vita della cameriera. L'obiettivo: minarne la credibilità. Gli investigatori privati di DSK hanno fatto sopralluoghi nel paesino di origine della cameriera, recuperato conti e dettagli bancari, ricostruito posizioni debitorie e storie di sesso che la giovane ha avuto nel suo passato per dimostrare l'ovvietà che una strategia di difesa vorrà dimostrare in un caso simile: la cameriera ha agito per interesse. E qui gli aspetti tecnici si intrecciano alla psicologia. Dire solo che l'ha fatto per soldi può essere controproducente. E dunque, secondo gli insegnamenti di Brafman, che deve convincere la giuria senza alienarla, capendo fino a che punto si può spingere con l'aggressività, si agirà su altri aspetti oltre alla motivazione dei soldi: l'accusatrice potrebbe essersi sbagliata, può essere confusa o più semplicemente ha mentito, non necessariamente per soldi, ma per vendetta o per rimorso. Le tesi enunciate in passato da Schwartz sono illuminanti: «Non si deve necessariamente portare alla rottura il testimone, è più efficace renderlo meno credibile, non credibile o mettere in dubbio quel che ha enunciato...questo risultato è conseguenza di un ottimo interrogatorio incrociato».

Ed è possibile, con un gesto di raffinatezza giuridica, che Brafman non partecipi direttamente all'interrogatorio per non dare l'impressione di infierire su una vittima. Istruirà dunque a dovere il suo partner, meno conosciuto di lui.

L'accusa, invece, porterà la testimonianza diretta della donna, inerme, immigrata, vulnerabile. Porterà le prova del Dna, che dimostrano senza ombra di dubbio che un atto sessuale di qualche genere si sia compiuto nella lussuosa suite dell'albergo Sofitel. Soprattutto cercherà di portare a sua volta testimoni del passato aggressivo di DSK dal punto di vista sessuale. Porterà la donna. E la difesa? Respingerà l'ammissione di vecchie avventure di DSK. E sembra che abbia già pronta una complessa dimostrazione secondo cui è impossibile per un uomo non munito di un'arma costringere una donna a fare sesso orale. Il vero colpo di scena ci sarebbe se la donna dovesse ritirare le accuse. Per soldi, visto che si parla di offerte di pagamenti segreti, per paura, o perché non vuole affrontare una storia pubblica di fatti che preferirebbe tenere nascosti. Ma sono in pochi a credere a questa ipotesi. La donna è protetta dalle forze della procura. E l'intero pianeta aspetta il confronto in tribunale, con il semplice obiettivo di poter scegliere in modo informato fra colpevolisti e innocentisti.

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