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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2011 alle ore 15:43.

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Il Giappone ha raddoppiato le stime sulle fughe radioattive dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi nei giorni immediatamente successivi allo tsunami dell'11 marzo. L'Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese stima che si siano dispersi nell'atmosfera 770.000 terabecquerel, più del doppio dei 370.000 inizialmente calcolati. L'agenzia ha anche riconosciuto che la fusione del nucleo in tre reattori è avvenuta in tempi molto più rapidi di quelli stimati in precedenza.

La Tepco, gestore dell'impianto, vorrebbe riuscire a chiudere il sito entro gennaio ma - scrive la Bbc online - le operazioni potrebbero prendere più tempo del previsto, anche perché dal sito fuoriesce ancora contaminazione.

Il governo giapponese sta considerando l'ipotesi di allargare ulteriormente la zona evacuazione, attualmente limitata a un raggio di 20 chilometri dall'impianto e che concerne circa 80mila residenti.

Una commissione indipendente
Sono partiti oggi a Tokyo i lavori della commissione di inchiesta indipendente sulla crisi nucleare di Fukushima, che dovrà fare luce sulle cause dell'incidente e valutare se, nelle prime fasi dell'emergenza, siano state adottate tutte le misure adeguate da parte delle istituzioni e della Tepco, il gestore dell'impianto disastrato.

Il premier nipponico, Naoto Kan, ha salutato l'avvio delle indagini chiedendo agli esperti «giudizi risoluti» ed esprimendo la disponibilità a essere ascoltato nel corso dell'inchiesta.

L'organismo, composto in gran parte da accademici, è guidato da Yotaro Hatamura, professore emerito dell'università di Tokyo ed esperto nell'analisi degli errori umani, che ha indicato la possibilità di un'ispezione a Fukushima già nel mese in corso.

«L'energia nucleare è pericolosa e credo sia un errore considerarla sicura», ha esordito Hatamura durante la prima riunione. La commissione prevede di compilare un rapporto preliminare entro la fine dell'anno, e presentare i risultati definitivi nell'estate del 2012.

Secondo il programma pianificato, verranno ascoltati tutti i soggetti che hanno avuto un ruolo nella crisi di Fukushima, dai rappresentanti di vario grado delle istituzioni centrali e locali, fino agli esponenti della Tepco.
Al vaglio degli esperti sarà possibilmente anche il ruolo degli organismi nipponici di garanzia per l'energia atomica, la cui diretta dipendenza dal governo, sotto il ministero dell'Industria che promuove il nucleare, è adesso al centro di forti critiche.

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