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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2011 alle ore 17:34.

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Beppe Signori in procura racconta la sua verità (Afp)Beppe Signori in procura racconta la sua verità (Afp)

Le procure di Cremona e Napoli dettano i tempi di un calcio intossicato e che fa fatica a rialzarsi. Ed è un rimpallo continuo di notizie tra ciò che emerge dagli interrogatori ai presunti burattinai del malaffare e gli addetti ai lavori chiamati in causa dalle indiscrezioni, i quali fanno il possibile per prendere le distanze. In serata botta e risposta tra il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, e il procuratore capo di Cremona, Roberto Di Martino. Nelle prossime settimane, ha annunciato il procuratore in conferenza stampa, potrebbero arrivare nuovi indagati. «Per ora non ci sono state nuove iscrizioni, ma penso ce ne saranno», ha detto, precisando che potrebbero essere «non a livello associativo», ovvero non per il reato di associazione a delinquere. Per quanto riguarda gli aspetti chiariti oggi «una delle partite di serie A è certamente riconducibile al gruppo (dei presunti scommettitori finiti in carcere, ndr), mentre ve ne sono altre che necessitano di altri approfondimenti».

I commenti di Totti e Buffon
L'ultimo big a dire la sua in merito a quanto sta accadendo è stato Francesco Totti, che ha reagito al fatto di essere stato associato a un'intercettazione nella quale si parlava del "capitano della giallorossa". Il capitano delle Roma ha esternato prima «lo stupore», poi «la rabbia» per esser stato svegliato nella notte e tirato dentro a una vicenda dalla quale si sente completamente estraneo: «Ma io sono tranquillo, sono a postissimo. E le prossime notti tornerò a dormire sereno».

Gigi Buffon, autentica gloria del calcio nostrano e portiere della Nazionale e della Juventus - che non è chiamato in causa dalle inchieste - aveva dichiarato in mattinata che «giocare sulla pelle delle persone è inqualificabile. Finora, si tratta solo di chiacchiere che non hanno portato a nulla di concreto. Sarebbe bene fare un passo indietro ed attendere l'esito delle indagini prima di infangare la dignità di chi non c'entra nulla». Poi un attacco alla possibile sommarietà dei processi. «Siamo sempre l'Italia di piazzale Loreto, basta un nome in prima pagina e tutto viene infangato, quando il fatto per ora non è chiaro».

La reazione delle società
Giocano di rimessa anche le società citate negli stralci delle intercettazioni pubblicate dalla stampa qualche giorno fa. Per il presidente del Siena Mezzaroma, «si tratta soltanto di chiacchiere da bar, prive di qualsiasi fondamento e significato». Il Cesena alza la voce e rilancia. Ha chiesto ai suoi legali di tutelare il nome del club nelle sedi opportune. Non ha alcuna intenzione di prendere sottogamba accuse che potrebbero minare la credibilità della società. Sotto esame degli inquirenti ci sarebbe una partita, Cesena-Chievo, finita 1 a 0 per i romagnoli. Anche la As Roma, in serata ha emesso un comunicato in cui parla di «illazioni infondate»

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