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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2011 alle ore 19:09.

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Presentata a Palazzo Madama una mozione contro il trasferimento dei ministeri da Roma. Un pool di deputati del Pd e dell'Api hanno sottoscritto una mozione «"anti Pontida" che si è resa necessaria dopo le ultime esternazioni di Bossi, di Berlusconi e di Calderoli», ha spiegato il senatore del Pd, Raffaele Ranucci. Sul tema è tornato anche il premier Silvio Berlusconi: «Non é trasferimento di ministeri, non esiste, si tratta di uffici di rappresentanza».

L'opposizione chiede il Senato approvi al più presto la mozione
La mozione è stata firmata dall'ex sindaco di Roma e presidente dell'Api, Francesco Rutelli, da Riccardo Milana (Api) e dai senatori del Pd, Luigi Zanda, Ignazio Marino, Marco Perduca, Stefano Ceccanti, Lionello Cosentino, Lucio D'Ubaldo, Mauro Del Vecchio, Roberto Della Seta, Roberto Di Giovan Paolo, Francesco Ferrante, Mario Gasbarri, Francesca Marinaro, Silvio Sircana, Giorgio Tonini e Vincenzo Vita. «Questo atto formale è un'iniziativa dovuta, non solo a seguito della decisione di Calderoli di depositare in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare sulla territorializzazione dei ministeri, ma anche
perché - continua Ranucci - le parole di oggi di Berlusconi non sono
sufficienti a scongiurare il trasferimento dei ministeri. L'opposizione
chiede che il Senato approvi al più presto la mozione. È necessario un atto formale che impegni il governo a togliere immediatamente dalla sua agenda la futura localizzazione dei ministeri al Nord». Secondo i deputati il trasferimento dei ministeri, se attuato, «comporterebbe un
aumento abnorme dei costi di funzionamento delle Amministrazioni,
per le retribuzioni dei lavoratori che si dovranno trasferire al Nord,
determinando un folle aumento della spesa pubblica e rischiando di mettere a dura prova le già esigue casse dello Stato».

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