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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2011 alle ore 15:22.

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Draghi candidato alla Bce: crisi dei debiti sovrani vero test della solidità dell'euroDraghi candidato alla Bce: crisi dei debiti sovrani vero test della solidità dell'euro

«Sappiamo che ci sono molti investitori che non aspettano altro di sfruttare la contingenza, ci sono molti operatori di mercato che sarebbero lietissimi di sfruttare una situazione in cui ci sia un default gestito male o non gestito» di un paese dell'Ue. Lo ha affermato il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, davanti alla commissione affari monetari dell'Europarlamento durante l'audizione come presidente designato della Bce. «Questa è la lezione di Lehman Brothers - ha aggiunto - che è stato il fallimento più caro dei tuta la storia e non vogliamo ripeterlo».

L'euro è stato un successo
L'Unione monetaria europea e l'euro sono stati un «successo», ha sottolineato Draghi, che neanche «la crisi può mettere in discussione il successo» della moneta unica. La valuta unica «funziona nonostante la crisi finanziaria e l'aumento del prezzo del petrolio» ha aggiunto Draghi, sottolineando che «senza l'unione monetaria non sarebbe stata possibile una rapida risposta alla crisi». Secondo il governatore della Banca d'Italia, brillante e risoluto nei botta e risposta con gli europarlamentari, la crisi dei debiti sovrani dell'Eurozona rimane comunque «il vero test della solidità della moneta unica».

Un default? Più costi che vantaggi
Draghi è in linea della Bce sulla ristrutturazione o default di un Paese. Anzi sottolinea che enfatizzare la ristrutturazione che rimane comunque uno strumento. «La Bce - ha risposto a una europarlamentare - ha espresso una posizione chiara che condivido. Non è favorevole alla ristrutturazione e esclude tutto quello che non sia volontario». Draghi ha rilevato come inoltre l'operazione «costerebbe di più» e ci sarebbe inoltre il rischio di contagio.

All'epoca di Goldman nessun favoritismo
«Ho agito con integritá, non ci sono stati favoritismi», ha sottolineato Mario Draghi respingendo le accuse di conflitto di interesse per il suo passato alla banca d'affari Goldman Sachs.

Il governatore di Bankitalia ha ribadito di non aver avuto alcun coinvolgimento nelle controverse operazioni di swap fatte dalla banca per conto della Grecia per dissimulare la sua reale situazione di bilancio. Draghi - per corroborare la sua rivendicazione di non essere mai stato "gentile" successivamente con le banche private, e di non aver mai dato loro alcun vantaggio - ha poi ricordato la sua esperienza in Bankitalia nell'attività di vigilanza: anche grazie a questa "nessuna banca in Italia ha avuto un problema durante la crisi", ha sottolineato.

La stabilità dei prezzi innanzitutto
Una europarlamentare dell'Alde chiede a Draghi cosa pensa della campagna contro della stampa tedesca nei suoi confronti, dicendosi felice che la candidatura ha superato le resistenze di Berlino e la frattura fra Nord e sud Europa. Draghi ringrazia per la domanda e ricorda: «Molti giornali tedeschi fino a tre mesi mi rappresentavano con gli stereotipi del piatto di pasta o la pizza. Ma in questi mesi io, che non parlo spesso in pubblico, ho ripetuto quello che ho ripetuto per tutta la mia vita: l'importanza della sensibilizzazione dei prezzi, argomento verso cui sono sensibile proprio perché da italiano conosco bene certe situazioni: in Italia negli anni Settanta l'inflazione era al 20%. La mia attenzione al bilancio nasce dal fatto che ricordo e conosco la situazione degli anni Novanta in Italia». Sottolinea: «Il mandato della Bce è la stabilità dei prezzi a medio termine in tutta l'area, non è questione di priorità o preferenze nazionali».

I "paracadute" contro i rischi sistemici
Draghi si è poi soffermato sulla riforma delle regole della finanza, sottolineando che è necessario attuare Basilea 3 e varare le regole per le istituzioni sistemiche (Sifis) in modo che abbiano più capitale rispetto alle altre ma soprattutto che per loro «sia creato un sistema che riesca a gestire un grande fallimento senza che debba pagare il contribuente e sconvolgere i mercati». Il governatore di Bankitalia ha infine ricordato il tema dello shadow banking: «bisognerà considerare come banca qualsiasi entità che fa mediazione del credito qualsiasi sia il suo nome».

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