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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2011 alle ore 19:54.

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(Foto Ironman 70.3 Italy/Iacone/Rinaldi)(Foto Ironman 70.3 Italy/Iacone/Rinaldi)

Per la cronaca: la gara maschile è stata vinta da un italiano, Daniel Fontana; al secondo posto un altro italiano Alessandro Degasperi seguito dal giapponese Hideo Fukui che quando è arrivato aveva i muscoli che gli pulsavano dallo sforzo: lo hanno attaccato a una flebo ed è finito in pronto soccorso. Vinceva un autraliano, Luke Mckenzie, fino a metà gara, però a un certo punto si è ritirato perché ha spaccato la bici. Tra le donne la prima è stata Marina Dogana, seguita dall'altoatesina Edith Niderrfriniger, e da un'altra italiana, Francesca Tibaldi. Eppoi ci siamo tutti noi. Io sono arrivato 831esimo assoluto, non so in che posizione nella categoria degli "anziani". In fondo non importa. Prima di me è arrivato Ramiraz Quintilla, un messicano e dopo di me Andrea Faverio. Sconosciuti con cui ho condiviso un pezzo di strada e di vita e una sfida vinta.

Prima di fare questa gara avevo nel cuore una domanda: ma è più difficile fare l'IronMan o vivere la vita di tutti i giorni? La mia risposta personale, dopo aver concluso l'Ironman di Pescara, è che forse i veri uomini d'acciaio sono quelli che riescono ad affrontare a viso aperto la vita di tutti i giorni. Ad andare avanti. Nonostante tutto.

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