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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2011 alle ore 13:17.

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Bossi avvisa Berlusconi: candidato premier nel 2013? Se fa le cose che gli chiedoBossi avvisa Berlusconi: candidato premier nel 2013? Se fa le cose che gli chiedo

Nessuna cambiale in bianco al Cavaliere e avanti tutta sui ministeri al Nord («nessun passo indietro della Lega) e sulla Libia. Umberto Bossi avvisa il premier Silvio Berlusconi alla vigilia della verifica in Parlamento (il Cavaliere parlerà al Senato alle 16). «Berlusconi candidato premier nel 2013? Se fa le cose sì. Gli abbiamo dato uno scadenziario«. Insomma, le condizioni del Carroccio sono chiare. A partire dal progetto del decentramento dei ministeri su cui il Senatur non pare intenzionato a mollare la presa. Ma la Lega è decisa a incalzare la maggioranza anche sul fronte caldissimo della missione in Libia. «Le guerre finiscono quando terminano i soldi - risponde Bossi -. Anche l'America ha finito la guerra quando ha finito i soldi».

Bossi sul decreto Sviluppo: la fiducia? Sperem di sì
E poco importa che ieri si sia sfiorato lo scontro tra il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha difeso l'intervento militare in Libia. La Lega quindi non arretra, ma il Senatur sparge comunque ottimismo sui prossimi snodi. E così, ai cronisti che gli chiedono se il governo riuscirà a ottenere oggi la fiducia sul decreto Sviluppo replica con un «sperem di sì».

Sulla legge elettorale possibile accordo con l'opposizione
Ma il clima è comunque teso sebbene sui ministeri al Nord e sulla Libia non dovrebbero esserci per ora scivoloni vista la volontà del premier di assecondare i desiderata del Carroccio. Che continua a guardare con attenzione verso l'opposizione e la possibilità di un'intesa sulla legge elettorale. «Speriamo - dice Bossi - è una delle cose su cui si può ragionare. Sono convinto si possa fare». E il Pd gli risponde stretto giro.
«È sempre più difficile credere a quello che dice Bossi...», precisa il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, intercettato dai giornalisti a Montecitorio.

Maroni? Io sono ancora giovane, a Pontida la gente venuta per me
Poi una battuta per liquidare il tema del possibile passaggio di consegne tra lui e il ministro Maroni, osannato a Pontida. «La gente a Pontida urlava "secessione" e non "successione". Sono ancora giovane. A Pontida la gente è venuta per me». Insomma, per il momento non ci saranno cambi al vertice del Carroccio. Anche a via Bellerio, però, il clima è tutt'altro che tranquillo.

IL PUNTO / L'illusione di arrivare senza far danni fino al 2013 (di Stefano Folli)

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